Detenuto si impicca nel carcere di Monza. Aveva ucciso la compagna

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2017 - 15:02 OLTRE 6 MESI FA
Detenuto si impicca nel carcere di Monza. Aveva ucciso la compagna

Detenuto si impicca nel carcere di Monza. Aveva ucciso la compagna

MONZA – Un detenuto italiano di 56 anni, Vittorio Vincenzi, si è tolto la vita all’alba di oggi, giovedì 23 marzo, impiccandosi nell’infermeria del carcere di Monza. L’uomo, in carcere da novembre scorso, era in attesa di giudizio con l’accusa di aver ucciso la sua ex compagna.

La conferma dell’accaduto è arrivata dalla Procura di Monza, che stava conducendo le indagini sull’assassinio della ventinovenne Elizabeth Huayta Quispe, uccisa in casa a Seveso (Monza).

A far scattare l’allarme e mettere in moto la macchina dei soccorsi è stato un altro detenuto, che si trovava in infermeria insieme a lui. Inutili i tentativi di rianimazione messi in atto dai soccorritori, il cinquantaseienne era già morto al loro arrivo. Vincenzi aveva ucciso la ex compagna durante la festa di compleanno della loro secondogenita, al culmine di una lite.

LA DENUNCIA DEI SINDACATI DI POLIZIA PENITENZIARIA – Quello di oggi è il tredicesimo suicidio tra i detenuti dall’inizio dell’anno. “La situazione è desolante sotto tanti, troppi punti di vista: gli eventi critici sono in costante e allarmante aumento”, denuncia Angelo Urso, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. “La vita all’interno degli istituti penitenziari assomiglia sempre più ad un fronte di guerra, il sistema vive tre grandi problemi che chi ci Governa ha il dovere di affrontare – sostiene il sindacalista – uno è quello della fatiscenza delle strutture, l’altro è quello del modello organizzativo attuato dall’ amministrazione penitenziaria e l’ultimo, quello più importante, è costituito dalla insufficienza di organico. I tagli lineari alla spesa pubblica hanno impedito la manutenzione delle carceri. I litigi e gli episodi di violenza sono direttamente proporzionali all’insalubrità degli ambienti e alle difficoltà di intervento che la carenza d’organico determina. Va proclamato un nuovo stato di emergenza ma questa volta non per far fronte alle pressioni della comunità europea, ma per affrontare seriamente il problema in cui versa questo delicato settore dello Stato”.