Dipendenti Coop spiati: il pm chiede il processo per cinque

Pubblicato il 2 Febbraio 2012 - 20:41 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – La Procura di Milano ha chiesto il processo per Daniele Ferre', vicepresidente della Coop Lombardia, Massimo Carnevali, ex capo della sicurezza del punto vendita di Vigevano e per Alberto Rancarani, titolare di una societa' di tecnologie investigative, finiti sotto inchiesta per la vicenda di un presunto 'spionaggio' dei dipendenti Coop attraverso l'ascolto illegale delle loro telefonate. Per aver invece pubblicato, due anni fa, ''fuori dai casi previsti dalla legge'' queste conversazioni e' stato chiesto il processo anche per un cronista e per il direttore di Libero Maurizio Belpietro.

Il pm Francesca Celle, titolare dell'indagine, ha contestato a Ferre', Carnevali e Rancarani i reati di ''interferenza illecita nella vita privata'' e ''cognizione illecita di conversazioni telefoniche'', per le registrazioni illegali, avvenute nel maggio del 2004, e per una ventina di giorni, delle chiamate dei dipendenti del supermercato della cittadina della Lomellina, chiuso nella primavera del 2006.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Carnevali, otto anni fa, avrebbe studiato, per conto di Coop Lombardia, un piano per registrare le conversazioni telefoniche dei dipendenti in entrata e in uscita. Il progetto, affidato per la parte tecnica a Rancarani (che nel 2009 emise a Coop una fattura mai saldata) e di cui anni dopo sarebbe stato portato a conoscenza anche Ferre', prevedeva il 'controllo' di una cinquantina di punti vendita.

Sebbene non divenne del tutto operativo, per l'accusa, il piano avrebbe pero' permesso alla dirigenza Coop di ascoltare i dialoghi per meno di un mese.

Una vicenda dietro la quale, ipotizzano le indagini difensive svolte dai legali di Ferre' e riassunte una memoria depositata al pm, si celerebbe un ''vero e proprio tentativo di ricatto nei confronti di Coop Lombardia''.

Ora spettera' al gup Anna Zamagni, che non ha ancora fissato la data di apertura dell'udienza preliminare, decidere se mandare i cinque imputati a giudizio o meno.