Tabacchi: in arrivo aumenti per le sigarette low cost e quelle fai da te

Pubblicato il 17 Giugno 2010 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA

In arrivo aumenti per le sigarette, in particolare per quelle che costano di meno e per quelle fai da te: è quanto prevede il testo del decreto legge del governo che sarà all’esame del Consiglio dei ministri venerdì 18 giugno. Tra le novità del testo anche corsi di formazione per i tabaccai “in modo da garantire un’adeguata conoscenza di base” dei compiti economici, fiscali, contabili e tecnici. Il costo sarà però a carico degli aspiranti rivenditori.

Per le sigarette “eventualmente vendute ad un prezzo inferiore alla classe di prezzo più richiesta”, si legge nella relazione illustrativa del decreto legge, viene previsto un incremento dell’accisa minima dall’attuale 110% al 115%. Un aumento che “rappresenta un idoneo contemperamento – si sottolinea – tra gli interessi pubblici dell’Erario e le esigenze commerciali dei produttori”.

Gli aumenti per le sigarette ‘fai da te’ prevedono invece che “per i prodotti venduti ad un prezzo inferiore alla classe di prezzo più richiesta” l’accisa minima, per chilogrammo, sia del 109% “dell’accisa percepita su detta classe di prezzo”. Non solo, il decreto stabilisce che il primo giorno di ogni trimestre si determini la classe di prezzo più richiesta secondo i dati di vendita rilevati nel trimestre precedente.

“L’importo così determinato – spiega ancora l’illustrativa – è pari a circa 75 euro che corrisponde a circa 2/3 dell’accisa minima attualmente gravante sulle sigarette (111,15 euro il chilogrammo convenzionale)”.

Il giro di affari complessivo dei tabaccai, spiega ancora il documento,  ammonta a “ben 17 miliardi di euro per quel che concerne la vendita dei tabacchi e oltre 20 miliardi di euro per quel che riguarda il lotto e i gratta e vinci e i giochi pubblici”. Negli ultimi tempi, si legge nella relazione,  “si è verificato un notevole incremento delle vendite del tabacco trinciato a taglio fino usato per arrotolare le sigarette che, nell’ultimo quinquennio, ha superato il 133%”.

“Ciò – prosegue il testo – ha evidenziato la tendenza generalizzata dei fumatori a sostituire le sigarette preconfezionate con quelle arrotolate a mano, utilizzando tale tipo di tabacco che ha un prezzo di vendita al pubblico molto più economico (mediamente -75% nel periodo considerato) e sul quale grava l’accisa nella misura del 56%, a fronte della tassazione media delle sigarette pari a circa il 58%”. A fronte del boom di questo tipo di sigarette si rileva, però, che questi prodotti “non sono oggetto di una rigorosa e specifica disciplina come sancita invece per le sigarette”.

“Infatti – si spiega nella relazione – la vigente normativa comunitaria e nazionale che prescrive rigorosamente il limite massimo dei contenuti di nicotina, catrame e monossido di carbonio per le sigarette, imponendo ai produttori sui singoli pacchetti, nulla dispone, in merito agli altri prodotti e in particolare al tabacco trinciato a taglio fino per arrotolare le sigarette”. Si tratta di un ‘vuoto normativo’, “non consente all’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato di effettuare specifiche e sistematiche analisi su tali beni come invece avviene per le sigarette”.