Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Antonio Goglia a Giancarlo Capaldo: la pista Brasiliana

di Antonio Goglia
Pubblicato il 7 Novembre 2014 - 07:45 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Antonio Goglia a Giancarlo Capaldo: Brasile

Emanuela Orlandi

ROMA – Emanuela Orlandi e il mistero del suo rapimento e di quello di Mirella Gregori, sono al centro, 30 anni dopo i fatti, di una lettera inviata a Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Roma, da Antonio Goglia, l’ex maresciallo dei carabinieri di San Giorgio a Cremano (Napoli), che insiste sulla pista brasiliana, della quale si è sempre più convinto.

Giancarlo Capaldo coordina le indagini sul mistero della scomparsa delle due ragazze.
“LA PISTA BRASILIANA” Indagine intorno al movente e alla natura degli esecutori e dei mandanti dei sequestri di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori condotta in maniera autonoma da Antonio Goglia, Napoli 31/8/1969, residente in San Giorgio a Cremano – 80046, Via Aldo Moro, 33 tel. 3497162497: e-mail: antonio.goglia@libero.it
“LETTURA INTELLIGENTE DELLA LETTERA ANONIMA INDIRIZZATA AD UNA COMPAGNA DI CORSO DI EMANUELA ORLANDI E ALLA SIG.RA MARIA ANTONIETTA GREGORI, SORELLA DI MIRELLA GREGORI – RIFERIBILITA’ DELLO SCRITTO ALL’ACCADEMIA CULTORUM MARTYRUM”
Gentile Dott. Giancarlo Capaldo,
con riferimento alla lettera anonima di cui in epigrafe devo esporle le risultanze di un mio recente studio teso a dimostrare come la missiva sia stata redatta da chi, ben conoscendo la sorte delle giovani scomparse, ha voluto fornire un indizio utile nella ricerca della verità.
L’anonimo estensore, in modo estremamente raffinato, si rivolge ad un ipotetico ricercatore in grado di comprendere le sottili allusioni contenute nel messaggio, che conducono direttamente all’indirizzo, in senso letterale, di chi ordì i sequestri.
Mi permetto di rammentarLe che solo attraverso il desiderio di conoscenza e lo studio potrà accostarsi alla soluzione del mistero che avvolge questa dolorosa vicenda.
Assumiamo l’informazione iniziale che l’Accademia Cultorum Martyrum, e per meglio dire la Schola collegii, ha la sua sede storica presso IL CAMPO SANTO TEUTONICO, precisamente presso la Chiesa di Santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici. Il Campo Santo Teutonico, che è la più antica fondazione nazionale tedesca in Roma essendo ben dodici secoli che si mantiene accanto alla Basilica di S. Pietro una proprietà fondiaria tedesca.
Nel 799 si parla per la prima volta di una Schola Francorum. Dal 1876 vi è aggiunto un Collegio per sacerdoti studiosi dell’Archeologia cristiana e della Storia della Chiesa e discipline analoghe. Appunto l’Accademia Cultorum Martyrum.
Nella Chiesa attigua alla Schola Collegii, e parte del medesimo complesso cimiteriale, la Cappella degli Svizzeri servì dopo il Sacco di Roma come sepoltura delle guardie svizzere cadute nella strenua difesa del Papa .
Sarà utile rammentare l’episodio storico……
La mattina del 6 maggio 1527, dal suo quartiere generale nel convento di S. Onofrio sul Gianicolo, il capitano generale Borbone diede il via agli assalti. In uno di questi, alla Porta del Torrione, mentre dava la scalata alle mura, egli stesso fu colpito a morte. Dopo un momento di esitazione, però, i mercenari spagnoli sfondarono la Porta del Torrione, mentre i lanzichenecchi invadevano Borgo S. Spirito e S. Pietro. La Guardia Svizzera Pontificia, compatta ai piedi dell’obelisco che allora si trovava vicino al Campo Santo Teutonico, e le poche truppe romane resistettero disperatamente. Dei 189 svizzeri se ne salvarono solo quarantadue, cioè quelli che all’ultimo momento, avevano accompagnato Clemente VII nel suo rifugio di Castel Sant’Angelo. Il resto cadde gloriosamente, massacrato, assieme a duecento fuggiaschi, sui gradini dell’altare maggiore di S. Pietro e giace nella Cappella degli Svizzeri insita nella Chiesa di Santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici.
Veniamo a questo punto alla missiva anonima ed ai suoi allegati giornalistici.
Si tratta di due ritagli SCRITTI IN TEDESCO sui quali campeggia la scena del giuramento delle guardie svizzere. La didascalia dell’uno dice….”Nel corso del giuramento la recluta promette di servire fedelmente, lealmente ed onorevolmente il sommo Pontefice ed i suoi legittimi successori”….
Il secondo trafiletto precisa……”OGNI ANNO IL 6 MAGGIO, ANNIVERSARIO DEL SACCO DI ROMA (1527), AVVIENE IL GIURAMENTO DELLE NUOVE GUARDIE SVIZZERE”…. L’anonimo vuole certamente richiamare l’attenzione dell’ indagatore sull’episodio cinquecentesco della strage degli svizzeri, rievocato annualmente all’atto del giuramento delle nuove reclute, e sul luogo della loro sepoltura, IL CAMPO SANTO TEUTONICO sede dell’Accademia Cultorum Martyrum.
Evidenziamo che sulla sinistra del ritaglio in esame è scritto “SILENTIUM”, una scritta che appare nei cimiteri a invitare al rispetto dei morti.
Il terzo scritto allegato alla lettera anonima, non è di minore interesse: si tratta di un brano dell’allocuzione papale tenuta in occasione dell’udienza generale del 4 maggio 2011.
Il discorso del pontefice fu in quella occasione assolutamente incentrato sull’archeologia cristiana e sulla preghiera nelle antiche religioni. Invito il lettore a prenderne atto.
L’allocuzione fu dedicata ai familiari delle nuove guardie svizzere, ovviamente di lingua tedesca, in prossimità del giuramento di fedeltà che sarebbe avvenuto il 6 maggio.
Ma ancora di più, il brano, oltre a richiamare ancora una volta alla memoria il sacrificio e la sepoltura degli svizzeri avvenuta in occasione del Sacco di Roma del 1527, propone la lettura di uno degli “Inni” di Proclo, l’ultimo dei filosofi pagani…si legge…
”Le religioni pagane sulla terra rappresentano un’invocazione affiché arrivi una parola dal cielo…..Proclo di Costantinopoli esprime questa aspettativa dicendo…..O inconoscibile, nessuno è in grado di ritrovarti…tutto ciò che pensiamo è tuo….da Te giunge ogni bene e ogni nostra sofferenza ed anche ogni nostro desiderio…O Insondabile, la Tua presenza si sente nell’anima…Per Te si eleva la silenziosa canzone di lode”…..
Il brano è tratto da Procli hymni accedunt hymnorum fragmenta; epigrammata, scholia, fontium et locorum similium apparatus, indices, ed. E. Vogt, Wiesbaden (Harrassowitz) 1957. L’editore Ernst Vogt è un importante e stimato archeologo, esperto nell’archeologia cristiana. Siamo senza ombra di dubbio nel campo di studi propri dell’ Accademia Cultorum Martyrum e il brano proposto rimanda in qualche modo al paganesimo delle antiche religioni che pure ricercavano Dio e la sua opera. Il parallelo con l’affermato paganesimo della Teologia della Liberazione non è forzato.
Fin qui le notazioni inerenti ciò che mi proponevo di esporre, tuttavia propongo alcune indicazioni relativamente alla lettera anonima stessa e a due delle diapositive allegate.
1. La lettera tratta nella sua parte finale del martirio di Sant’Agnese, annualmente, e tutt’ora, rievocato e celebrato dall’ Accademia Cultorum Martyrum presso le Catacombe omonime site sulla nomentana;
2. la diapositiva raffigurante un teschio e allegata alla lettera reca una scritta….”……morta in campagna….”. Osservo che il termine “Campagna” nel glossario dei vocaboli relativi alle catacombe approvato dalla International Catacomb Society di BOSTON , sta a significare “nei dintorni di Roma”.
Ancora un riferimento, dunque, all’ambito catacombale e paleocristiano proprio dell’ Accademia Cultorum Martyrum che, peraltro, contava nel Direttivo la presenza dell’ eminente esploratore della IV Regio delle Catacombe di S. Agnese, p. Umberto Maria Fasola.
3. La diapositiva qui riportata raffigura un pesce stilizzato analogo a quello riprodotto di fianco alla medesima immagine. Si tratta del pesce simbolo religioso del Cristianesimo.
La parola ichthýs è la traslitterazione in caratteri latini della parola in greco antico Ἰχθύς che compare nel fregio dell’ Accademia Cultorum Martyrum posto al di sotto dello stemma circolare proprio per indicarne il campo di studio inerente il protocristianesimo.
Infine, quale postilla, espongo una precisazione relativa alla lettera di cui all’immagine successiva. Mi meravigliò molto il riferimento del riferimento …”all’opera del Padre Reginaldo Giuliani”.
Ebbene anche il Padre Giuliani è un martire dell’evo moderno, caduto in battaglia mentre prestava soccorso ed assistenza spirituale assolvendo al suo ministero di Cappellano militare. Frate Domenicano prima che Sacerdote veniva giustamente ricordato dai mittenti. Ma un’altro indizio che consente di attribuire la missiva ai Sodales dell’ Accademia è la citazione della data della presa di Porta Pia accanto alla data della scadenza dell’ ultimatum per la consegna di Agca. La data della breccia nelle mura papaline è una data rilevante nella tradizione dell’Istituto Pontificio per i Protomartiri infatti, dopo di allora, era stato vietato ogni atto di culto pubblico fuori dal perimetro delle chiese. Il papa e i Vescovi non uscivano più per guidare le processioni, e le stazioni quaresimali, che l’Accademia invece tende a rinnovare e a diffondere nuovamente, erano state accantonate.
Concludo, richiamando la Sua attenzione sulla prima parte della presente relazione utile, a parere dello scrivente, all’individuazione dei sequestratori delle giovani Emanuela Orlandi e Mirella Gregori e specificandole che dall’esame di alcune relazioni di fine anno dell’ Accademia Cultorum Martyrum reperite sulla rivista vaticana “Scienza e Fede”risulta che i Sodales usino tutt’ora circondarsi di cori e di flauti durante alcune festività e cerimonie.