Emanuele Morganti: spaccio e omertà per i killer. Alatri cova odio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Marzo 2017 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
Emanuele Morganti: spaccio e omertà per i killer. Alatri cova odio

Emanuele Morganti: spaccio e omertà per i killer. Alatri cova odio

ROMA – Emanuele Morganti è stato ucciso dalle mani, dalle botte, dalla violenza di chi lo ha più volte ferocemente pestato in quella notte di Alatri. Il fratello delle vittima ha trovato la parola giusta per descrivere l’accaduto: “una esecuzione”. Sì, un’esecuzione come poi indirettamente confermerà la ricostruzione degli inquirenti: “Più volte colpito con intensità diverse…”.

Emanuele ucciso quindi a botte, calci, pugni, forse una spranga o qualcosa di simile. Ma ucciso anche da un “potere” che gli accusati di assassinio di fatto detenevano in paese. I due arrestati infatti, amici e non fratellastri come indicavano le prime cronache, non era la prima volta che pestavano. Lo facevano spesso e in paese già altri erano stati pestati, duramente pestati. Erano picchiatori conosciuti come tali e questo dava loro potere.

Ciò spiega perché quando comincia la piccola lite nel locale per un bicchiere e una spinta i buttafuori o comunque gli addetti alla sicurezza del locale subito spingono fuori Emanuele, anzi pare gli mollino anche qualche colpo: per rispetto e soggezione di quelli che hanno, si sa, il potere di picchiare forte.

Non solo, il potere veniva a Paolo Palmisani e Mario Castagnacci anche dai loro legami con lo spaccio. Già, il gruppo che picchia era anche quello che spaccia. E questo mix faceva dei prepotenti del paese qualcuno che tutti evitavano di contraddire, ostacolare, mettersi sulla loro strada. Un potere violento e criminale, però rispettato.

Che continua: gli inquirenti lamentano pubblicamente un tasso di omertà in paese che neanche la paura di conseguenze giustifica. Omertà generale, nessuno ha visto, ricorda, riferisce. Eppure dentro e fuori al discoteca decine e decine di persone. Non fosse per le telecamere, non un fiato della gente in carne e ossa. Non è solo la reticenza ad immischiarsi, il timore di essere coinvolti. E’ una cintura di omertà cosciente e determinata.

Perché in paese nessuno parla ma tutti sanno. E in paese corre in queste ore un rivolo d’odio che ingrossa. Avvocati si tirano indietro nella difesa degli accusati. Perché non vogliono difendere gente così feroce, perché non vogliono guai. Liti e minacce tra parenti e amici della vittima e parenti e amici dei picchiatori. Mobilitazioni e convocazioni sotterranee. Alatri, i peggiori giorni.