Porto Cervo caccia Harrod’s: stop al villaggio del lusso

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Maggio 2016 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA
Porto Cervo caccia Harrod's: stop al villaggio del lusso

Porto Cervo caccia Harrod’s: stop al villaggio del lusso

PORTO CERVO – Porto Cervo frena Harrod’s. Quest’anno niente banchine dedicate al lusso, il Comune ha detto basta. E il colosso inglese, in realtà arabo visto che il socio di maggioranza è un emiro, fa ricorso. Harrod’s da qualche anno ha aperto una succursale fuori Londra, a Porto Cervo appunto. Un negozio del lusso che vende auto come gioielli e abiti firmati. Ma arriva uno stop. Ne parla La Stampa:

Harrod’s di Porto Cervo era l’unica «succursale» fuori da Londra dei prestigiosi (e celebri) magazzini. L’unica differenza è che in Sardegna, ad agosto, non si praticavano i famosi sconti al 75 per cento. Ma quest’anno dall’Ufficio tecnico del Comune di Arzachena è arrivato l’avviso di sfratto. Il mercato a cinque stelle non si potrà allestire: «Nelle banchine del porto si possono autorizzare soltanto iniziative temporanee – hanno sentenziato i funzionari comunali –. Per Harrod’s sarebbe stato il quarto anno, quindi non si tratterebbe di un progetto “non occasionale”». I ricchi che approderanno quest’estate a Porto Cervo non troveranno più la banchina fiorita, illuminata e addobbata. Intorno al molo ci sarà una distesa di asfalto bollente e qualche bancarella di torrone della Barbagia. Aprire Harrod’s in Sardegna era stata un’idea dell’emiro del Qatar, che nel 2010 ha acquistato i magazzini londinesi che furono di Al-Fayed e l’anno dopo anche i grandi hotel della Costa Smeralda. Ora i proprietari del colosso del lusso valutano il ricorso al Tar. Gli ostacoli, in realtà, si sono presentati già dal primo anno: i sigilli del Corpo forestale nel cantiere e poi una battaglia al tribunale amministrativo. «La Costa Smeralda non è una zona franca – dice il sindaco Alberto Ragnedda –. Se ci sono delle regole, anche qui si devono rispettare. Per chiunque presenti una richiesta di concessione, che sia Harrod’s o chiunque altro, è necessario sottostare alle stesse norme. È soltanto una questione di regole urbanistiche».

A rendere più vivo questo angolo di Costa Smeralda c’era anche un lungo cartellone di eventi: presentazioni di libri, piccoli concerti e tanti altri eventi mondani. La polemica di questi giorni, dunque, non riguarda esclusivamente l’aspetto glamour del progetto: di mezzo, in realtà, c’era un giro d’affari milionario. Perché qui l’economia si alimenta anche di spese pazze. «Non è un caso che i proprietari dei maxi yacht facessero a gara per riuscire a ormeggiare di fronte al villaggio – dicono al bar della piazzetta –. Dove c’erano le belle vetrine ora ci ritroveremo solo con un piazzale, forse un parcheggio. Harrod’s aveva portato un po’ di luce in più a Porto Cervo». «Rendeva ancora più esclusiva la Costa Smeralda – protesta la commessa di una boutique –. Tutte le iniziative che danno lustro al territorio finiscono per essere ostacolate». «Certo, per il nostro territorio era diventato una grande attrazione – ammette il sindaco Ragnedda –. E a dirla tutta ci sarebbe piaciuto molto vedere il villaggio anche quest’anno. Ma dobbiamo arrenderci di fronte a quello che ci dicono i nostri tecnici». Per chi vuole fare spese pazze da Harrod’s, dunque, restano due possibilità: i grandi magazzini di Londra e il villaggio che sarà creato d’inverno a Doha. Da una squadra di tecnici sardi.