Erich Priebke, presto il video-testamento. Anche sull’attentato di via Rasella

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Ottobre 2013 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA
Erich Priebke (foto LaPresse)

Erich Priebke (foto LaPresse)

ROMA – Paolo Giachini, avvocato di Erich Priebke, ha annunciato che diffonderà, estrapolato da un filmato che dura molto di più, circa un’ora e mezza, un video di 8-10 minuti in cui Priebke torna anche sull’attentato di via Rasella e che Pierangelo Maurizio, su Libero, nel dare la notizia, definisce il video testamento dell’ufficiale delle Ss che guidò la strage delle Fosse Ardeatine.

Pierangelo Maurizio, che dice di avere visto il filmato, riferisce che Erich Priebke, per due volte, ha detto che “è stato terribile” quella mattina, alle porte di Roma, dove vennero uccisi 335 detenuti politici italiani.

Scrive Pierangelo Maurizio:

“È questa, quella sulla rappresaglia tedesca seguita all’attentato voluto a tutti i costi da Partito comunista, la parte più inedita”. Priebke, prosegue Pierangelo Maurizio, “parla in modo pacato, è certamente lucido. […]] Indossa una camicia a quadri, sullo sfondo una Enciclopedia Treccani e l’ambientazione sembra quella di uno studio, telecamera fissa. Non c’è nulla che nemmeno per un attimo faccia dubitare che l’intervista non sia stata realizzata qualche mese fa in occasione del suo compleanno, un secolo di vita”.

Priebke, riferisce Pierangelo Maurizio, ripete in buona parte ciò che ha già detto in una precedente intervista scritta:

“Ribadisce di essere stato nei campi di concentramento, a Mathausen, dove, ripete, «c’era anche un bordello per quelli che si comportavano bene», e a Dachau «ma non ho visto camere a gas e non c’erano»”.

La parte del tutto nuova, sostiene Pierangelo Maurizio,

“è quella sulle Ardeatine. «È stato terribile». e lo dice due volte, ricordando la macelleria in cui hanno perso la vita 335 detenuti, innocenti, tra cui la parte migliore della Resistenza e di quella che avrebbe potuto essere l’Italia nuova”.

Prosegue Pierangelo Maurizio:

“«Terribile» per tutti quelli che si trovarono ad eseguire quell’ordine. Cita un sottufficiale, Kofler, preso dallo sconforto; cita come vero organizzatore della rappresaglia un altro capitano, Schutz, come effettivamente risulta dalle carte, che naturalmente nessuno ha toccato, ha fatto un’ottima carriera nel Dopoguerra nella polizia tedesca della Germania occidentale ed è morto casa sua. Non so se quel «terribile» ripetuto – almeno due volte – sia indice di un pentimento umano, vero e non sbandierato, nella presunta assenza del quale ora gli viene negato il funerale”.

Poi, riferisce ancora Pierangelo Maurizio “Priebke dice un’altra cosa: che

«l’attentato di Via Rasella fu organizzato apposta perché ci fosse la rappresaglia, perché era certo che la rappresaglia ci sarebbe stata»” come aveva minacciato il maresciallo Kesserling, il comandante in capo di tutte le forze armate in Italia: per ogni tedesco ucciso, da 10 a 100 italiani avrebbero pagato con la vita. Sostiene Pierangelo Maurizio: “Secondo Priebke, Via Rasella è stata una “trappola” per i tedeschi. Non che delle vere finalità di quell’attentato fossero a conoscenza i gappisti entrati in azione a via Rasella, tutti ragazzi sui vent’anni, meri esecutori. Delle responsabilità di Priebke, sappiamo tutto, cioè che nelle cave sparò materialmente alla nuca di due italiani, come il colonnello Kappler aveva ordinato a tutti gli ufficiali: cosa nota dal 1945. Di Via Rasella invece, dopo 70 anni, non sappiamo nulla, oltre la verità ufficiale”.

Segue una domanda inquietante: “Come mai nella rappresaglia nazista fu sterminata la Resistenza non comunista o anti comunista” è la tesi girata in interrogativo di Pierangelo Maurizio. “Perché da Via Rasella è stato cancellato il cadavere di un partigiano di Bandiera Rossa, e da questa storia sono stati cancellati anche altri partigiani?”.