“Troppi errori, tempi lunghi”: la sanità secondo gli italiani

Pubblicato il 24 Novembre 2011 - 00:18 OLTRE 6 MESI FA

MILANO –  Errori sanitari, lunghi tempi d’attesa, carenza di informazioni e accesso ai servizi a volte quasi impossibile. È questa la fotografia della sanità italiana sulla base dei problemi segnalati dai cittadini; un’istantanea scattata dal quindicesimo Rapporto Pit Salute, realizzato dal movimento Cittadinanzattiva sulla base delle informazioni che il Tribunale per i diritti del malato ha raccolto nel corso della propria attività di consulenza, assistenza e tutela dei diritti dei cittadini nella loro interazione con i servizi sanitari pubblici e privati.

“Diritti al taglio” è il titolo del rapporto sul 2010 e si basa sui dati emersi da più di 20.000 segnalazioni provenienti da tutta Italia, e vanno a dipingere un quadro sempre più drammatico, dove la crisi avvertita nel nostro paese passa per ospedali, ambulatori e reparti. Si tocca con mano l’impoverimento della sanità pubblica: le politiche economiche e sociali hanno portato alla chiusura di servizi, reparti, strutture, alla riduzione dei posti letto, all’allungamento delle attese per visite, esami ed interventi, e le code al pronto soccorso.

Al primo posto tra le segnalazioni registrate ci sono quelle relative al mondo delle malpractice, i presunti errori sanitari che rappresentano il 18,5% delle lamentale dei cittadini, più 0,5% sul 2009.

Entrando nel dettaglio, sono diminuiti i presunti sbagli diagnostici e terapeutici, scesi dal 63% del 2009 al 58,9% nel 2010, mentre sono più che raddoppiate le segnalazioni sulle disattenzioni del personale sanitario (come trascuratezza o mancata attenzione che può generare complicazioni), passate dal 5,8% del 2009 al 12,9% del 2010. Quando si parla di diagnosi errate, la maggior parte arriva dai reparti di oncologia, 29,3%, e l’ortopedia, con il 14,8%. Nel primo caso, sicuramente si tratta di situazioni particolarmente delicate: un errore in questo campo, infatti, può avere un esito fatale, e spesso si è verificato per sottovalutazione dei sintomi riferiti dai pazienti.

Un’altra area delicata è quella dei tempi d’attesa, giudicati troppo lunghi dal 16% dei cittadini la cui pazienza si è scontrata con le caratteristiche del sistema sanitario. Un settore che non ha mostrato cambiamenti in positivo nel corso degli anni, anzi: il dato in generale è aumentato di un punto percentuale rispetto al 2009, soprattutto a causa dei tagli inferti alla sanità in generale negli ultimi anni e della razionalizzazione delle risorse.

Le segnalazioni arrivate mostrano liste d’attesa anche di 15 mesi per esami come la Moc o di 10 mesi per una risonanza magnetica. Anche in questo caso, l’oncologia è il reparto in cui la sensibilità è maggiore: sul totale dei reclami riguardanti le lungaggini burocratiche, il 18,2% è relativo proprio ad esami relativi a malattie oncologiche. Salto in avanti anche per le segnalazioni relative alle difficoltà di accesso ai servizi, che passano dal 5,5% nel 2009 a quasi il 10% nel 2010, soprattutto per il ridimensionamento di servizi e prestazioni in certe zone geografiche, che hanno diminuito la possibilità dei cittadini di accedere a cure e visite.