Fabio Di Lello condannato a 30 anni per omicidio Italo D’Elisa a Vasto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Marzo 2017 - 15:55 OLTRE 6 MESI FA
Fabio Di Lello condannato a 30 anni per omicidio Italo D'Elisa a Vasto

Fabio Di Lello condannato a 30 anni per omicidio Italo D’Elisa a Vasto

VASTO – Fabio Di Lello è stato condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio di Italo D’Elisa, il giovane che qualche mese prima investì e uccise la moglie Roberta Smargiassi. Il pm per l’omicidio avvenuto a Vasto aveva chiesto l’ergastolo, ma la Corte d’Assise di Lanciano ha giudicato Di Lello con rito abbreviato e lo ha condannato per omicidio volontario premeditato.

Secondo l’accusa, l’imputato ha esploso contro il giovane tre colpi di pistola calibro 9 per vendicare la morte della moglie. Di Lello si è sempre detto “pentito e dispiaciuto per quanto fatto” e durante l’ultima udienza del 20 marzo scorso il procuratore di Vasto aveva chiesto per lui una condanna all’ergastolo.

La corte d’Assise ha valutato le ultime memorie depositate dalle parti, in particolare la richiesta di perizia psichiatrica sull’imputato avanzata dalla difesa che ha presentato anche ulteriori documenti sanitari che attestano la sua instabilità psichica e ha condannato l’uomo a 30 anni di carcere per effetto dello sconto di pena previsto dal giudizio abbreviato. La Corte ha anche stabilito una provvisionale di 40 mila euro a favore dei genitori e del fratello della vittima.

I legali di Di Lello hanno dichiarato che attenderanno le motivazioni della sentenza per fare ricorso in appello:

“Il processo lo iniziamo ora. Leggeremo le motivazioni della sentenza che sarà depositata fra 90 giorni e faremo appello con la stessa strategia. Non commentiamo mai le sentenze, ma le impugniamo. Alla lettura del dispositivo Fabio ci ha abbracciati e si è sfogato con un pianto liberatorio. Forse ha capito la portata del suo gesto e in pochi secondi ha rivissuto sette mesi di dolore, iniziati con la morte della moglie Roberta Smargiassi. E’ un ragazzo di 34 anni incensurato che per la prima volta ha visto un’aula di tribunale e nel modo più pesante”.