Fabio Di Lello e Italo d’Elisa, un testimone della telefonata prima degli spari

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2017 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA

VASTO – Ci potrebbe essere un testimone dell’ultimo dialogo tra Fabio Di Lello e Italo d’Elisa prima che Di Lello sparasse all’uomo che aveva investito a morte la moglie, Roberta Smargiassi. Il testimone sarebbe l’uomo (o la donna) al telefono con D’Elisa negli attimi precedenti agli spari. Ne parla il Messaggero, in un articolo a firma di Gianni Quagliarella e Giovanni Sgardi:

«Hai ancora il coraggio di farti vedere in giro?». «Lasciami stare, non puoi farmi nulla». Questo lo scambio di battute, riferito da un testimone, pochi istanti prima che il marito vendicatore di Vasto sparasse tre colpi di pistola contro il ragazzo che aveva falciato a morte la moglie. Mercoledì pomeriggio, i due si incontrano davanti Cafè and Wine Bar di viale Perth. La dinamica è importante perché potrebbe rafforzare o far cadere l’accusa di omicidio premeditato contestata ieri a Fabio Di Lello, 33 anni. Un’accusa da ergastolo.

Di Lello riesce in qualche modo a fronteggiare Italo D’Elisa, 22 anni, che, sotto la pressione di una campagna d’odio, cercava di sfuggire da mesi al pressing della città sgusciando in ogni angolo e rintanandosi con un topo. Il vedovo, ex calciatore e panettiere, apostrofa il ragazzo che il primo luglio è passato con il rosso investendo Roberta Smargiassi in scooter. «Hai ancora il coraggio…». Italo, esasperato, gli chiede di essere lasciato in pace. A quel punto l’altro sarebbe tornato verso la sua auto per prendere la pistola con cui, pochi attimi dopo, ha ucciso a sangue freddo il volontario della Protezione civile. Il paradosso di questo omicidio è il vortice del rancore che, invece di placarsi, aumenta di intensità con una folle girandola di commenti sui social.

Si terrà in Procura a Vasto lunedì prossimo 6 febbraio a mezzogiorno l’incidente probatorio, richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica Gabriella De Lucia, per verificare le telefonate fatte e ricevute dal cellulare e per documentare il traffico e i contenuti del computer di Fabio Di Lello. In particolare si vuol scoprire se qualcuno ha avvertito telefonicamente mercoledì pomeriggio Di Lello mentre era sul campo di calcio ad allenarsi a Cupello, informandolo della presenza di Italo D’Elisa davanti al Drink Bar in via Perth. “In pratica – dice Pompeo Del Re, avvocato della famiglia del giovane assassinato – vogliamo sapere se c’è stato un complice che ha segnalato gli spostamenti del povero Italo. Nomineremo un tecnico per assisterci in questa fase investigativa”.

Intanto si è avvalso della facoltà di non rispondere Fabio Di Lello, interrogato in carcere. Un faccia a faccia durato poco più di due minuti, nella drammaticità di un passaggio dovuto per l’omicidio di Italo D’Elisa. “Non era nelle condizioni e nella serenità necessari per parlare” dicono i suoi legali Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. A carico di Di Lello la Procura ha formulato il reato di omicidio volontario premeditato e si è riservata più tempo in ordine alla convalida e all’adozione delle misure cautelari. Di Lello era in tuta e prima del confronto con i magistrati aveva avuto il tempo di parlare con i suoi legali. Già di buon mattino Andreoni si era recato in carcere per parlare con il suo assistito.