Fabrizio Corona ha iniziato lo sciopero della fame: “Sono pronto a morire, voglio fare il padre”

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Settembre 2017 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA
Fabrizio Corona ha iniziato lo sciopero della fame: "Sono pronto a morire, voglio fare il padre"

Fabrizio Corona ha iniziato lo sciopero della fame: “Sono pronto a morire, voglio fare il padre”

MILANO – Prosegue il tormentone sullo sciopero della fame prima annunciato e poi inizialmente cancellato da parte di Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi proseguirà imperterrito nel suo intento: si è detto “pronto a morire” se non gli sarà concesso di poter “tornar a fare il padre”. Lo rivela un comunicato Mediaset che cita una accorata lettera del fotografo dei vip alla trasmissione Verissimo.

Nella lettera Corona spiega di non voler portare avanti la sua protesta. “Sono pronto a tutto – scrive – Sono disposto a sacrificare la mia vita. Sciopererò fino a quando non mi verrà fissata un’udienza nella quale verranno riconosciuti i miei diritti e la libertà che mi spetta. Voglio tornare a fare il padre”.

In carcere Corona dovrà restare ancora per un anno, dopo che il 13 settembre il magistrato di sorveglianza di Milano ha respinto la sua richiesta d’affidamento in prova in una comunità.

Nel corso della trasmissione, che andrà in onda sabato, è intervenuta anche la fidanzata dell’ex fotografo, Silvia Provvedi. In collegamento telefonico con Silvia Toffanin ha ribadito: “Fabrizio ha iniziato lo sciopero della fame. Non tocca cibo e io sono molto preoccupata. Psicologicamente Fabrizio è il solito combattivo, ma è molto scosso”.

Questo il testo integrale della lettera che Corona ha scritto dal carcere alla Toffanin:

Ciao Silvia, Quello che mi hanno fatto questa volta è peggio di tutto quello che ho subito dal 2005. Troppo lungo per spiegartelo in una lettera, spero di poterlo fare al più presto di persona. Ora, per i miei principi e per insegnare a mio figlio che bisogna sempre lottare per l’ingiusta libertà negata, gli abusi di potere, le vendette e le vanità personali (che nulla hanno a che vedere con i procedimenti giuridici e la giustizia), sono disposto a sacrificare la mia vita.

Sciopererò fino a quando non mi verrà fissata un’udienza nella quale verranno riconosciuti i miei diritti e la libertà che mi spetta.Il giudice che mi ha assolto nelle motivazioni della sentenza già depositata e non letta dal magistrato di sorveglianza, dichiara che non sono un soggetto pericoloso, che non ho mai vissuto dei proventi dei reati e che non sono un delinquente professionale, anzi, che ho gestito bene la mia immagine.

Il magistrato di sorveglianza ha rigettato l’istanza senza aver letto niente di tutto quello che aveva richiesto (il giudice, ndr) comprese le motivazioni della sentenza di giugno e comprese le motivazioni positive del carcere e di tutti gli operatori, dichiarando “scandalosamente” che sono un soggetto pericoloso e non merito – dopo un altro anno di galera – la libertà. Ovvero l’opposto del giudice.

Dove sta la verità? Si io ho sbagliato, ma in passato e ho già fatto il mio percorso per tornare libero, ma come dice Papa Francesco “Quando uno si macchia è difficile smacchiarsi”, specialmente per uno come me che è considerato il male assoluto, che deve essere eliminato per sempre.

Basta pregiudizi!!! Voglio tornare a fare il padre. Ne ho assolutamente diritto  mio figlio ha bisogno di me. E io sono pronto a tutto, come sempre. Con affetto. Fabrizio Corona.