Facebook lo dà per morto, il sindaco manda i carabinieri: “Gigi è vivo, ve lo dico io”

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Marzo 2017 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA
Facebook lo dà per morto, il sindaco manda i carabinieri: "Gigi è vivo, ve lo dico io"

Il sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan

TREVISO – “Gigi è vivo, ve lo dice il sindaco”. Così Stefano Soldan, primo cittadino di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, è dovuto intervenire su Facebook per fermare le voci infondate che spacciavano per morto un concittadino, in realtà vivo e vegeto. Al punto che lo stesso sindaco, preoccupato, si era visto costretto a mandare i carabinieri a casa della vittima per verificare il presunto decesso.

Lo scherzo di cattivo di gusto, nato tra le chiacchiere di paese, si era rapidamente diffuso sui social network. Protagonista un uomo di 53 anni, personaggio pittoresco e molto noto a Pieve di Soligo. Tutto ha inizio la mattina di venerdì 3 marzo quando inizia a spargersi la voce che il poverino era stato colto da un infarto fulminante. In un battibaleno la notizia rimbalza da Whatsapp a Facebook e in rapida successione arrivano le reazioni di cordoglio e di sgomento dei compaesani.

C’è chi lo saluta con rassegnazione “R.i.p.”. Chi si rammarica: “Ma davvero? Mi dispiace tanto”. E chi incredulo annota: “Che tristezza! Lo avevo visto un paio di giorni fa ed ora non c’è più”. La notizia arriva nel giro di breve fino all’orecchio del primo cittadino, che decide di fare luce sulla vicenda:

“Alla gente che mi chiedeva se la tragica notizia fosse vera, sin dall’inizio, ho risposto che a me non risultava -spiega il sindaco Soldan – Poi, quando ho ricevuto delle telefonate da parte di persone vicine alla famiglia del presunto defunto alla ricerca di conferme, non ho potuto fare altro che chiedere ai carabinieri se potessero accertarsi della veridicità o meno della notizia. Fortunatamente – prosegue Soldan – gli uomini dell’Arma hanno trovato l’uomo a casa ed in salute, contrariamente alle voci che a lungo andare lo vedevano oramai pronto per il funerale”.

E conclude:

“Questa chiacchiera da bar, o scherzo di cattivo gusto è la riprova che quello che appare su Facebook e nel web in generale non è tutto vero e come, da una sciocchezza, si possa creare un polverone. Trovo incivile quello che è stato fatto”.