Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti: “Uccisero, senza pentirsi avranno divisa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Luglio 2013 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA
Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti: "Uccisero, senza pentirsi avranno divisa"

Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti: “Uccisero, senza pentirsi avranno divisa”

ROMA – “Hanno ucciso il mio Federico e riavranno la divisa senza pentirsi”. Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, commenta così la scarcerazione di Paolo Forlani, condannato per l’omicidio del ragazzo di 25 anni in insieme ad altri tre poliziotti. Forlani è l’ultimo dei condannati ad uscire di prigione, mentre Luca Pollastri è stato scarcerato sabato, Monica Segatto ha terminato gli arresti domiciliari.

Rimane invece ai domiciliari Enzo Pontani, che ha iniziato la detenzione dopo gli altri ma presto tornerà libero. Per loro la condanna, in via definitiva, per l’omicidio colposo di Federico è stata di sei mesi.

I poliziotti dicono che sia ingiusto aver scontato per intero la pena per omicidio colposo, di cui 3 anni sono stati “abbonati” con l’indulto. Ma della stessa opinione non è Patrizia, la mamma di Federico, che a Raphael Zanotti de La Stampa dichiara:

” «Sei mesi per aver ucciso qualcuno è sbagliato, ingiusto, doloroso e soprattutto inaccettabile – dice – E non perché sei mesi siano pochi, anche se sarebbe ipocrita dire che non lo siano. Ma perché sei mesi non sono bastati. Se il carcere dev’essere riabilitativo, come io credo, ebbene per queste persone non lo è stato: non si sono mai pentiti, non hanno mai avuto una parola di dispiacere per la morte di Federico. Mai»”.

Per otto anni Patrizia, la famiglia e gli amici hanno lottato per avere giustizia per la morte di Federico e con la scarcerazione di Forlani tutto sarà finito. Ma la paura e il dolore più grande per la Moretti è che i quattro poliziotti condannati torneranno a vestire la divisa:

” «A fine anno, tutti torneranno in servizio. Quattro poliziotti, armati, condannati per omicidio, torneranno per le strade con un buffetto e senza che nemmeno si siano resi conto di quello che hanno fatto»”.

Non è bastato essere preparati a questo, Patrizia sapeva che la loro era solo una sospensione, l’amaro in bocca resta comunque:

“«E’ la cultura delle istituzioni che deve cambiare. Questi poliziotti sono stati protetti, è evidente. E questo mi fa male. Quel che invece mi rassicura è che l’opinione pubblica ha reagito. Anche se la giustizia ha fatto il suo corso, è la condanna dell’opinione pubblica ciò che più conta. Solo così riusciremo a cambiare la cultura nelle istituzioni»”.