Calderoli contro la festa dell’Unità d’Italia: “Uffici aperti il 17 marzo”

Pubblicato il 8 Febbraio 2011 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Calderoli

ROMA – ”Ho votato contro, a suo tempo, in Consiglio dei Ministri e sono e resto completamente contrario al fatto che l’attribuzione delle caratteristiche di festività nazionale, conferita alla data del 17 di marzo, comporti la chiusura di molti uffici pubblici. In un periodo di crisi come quello attuale appare paradossale caricarsi dei costi di una giornata festiva, un evento significativo quale il 150esimo dell’Unita’ d’Italia può essere celebrato degnamente lavorando e non restando a casa”. Lo afferma il Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli annunciando che il Consiglio dei ministri convocato per domani affronterà la questione.

”La chiusura di una parte degli uffici pubblici – spiega – rischia, infatti, di ricadere poi sulle attività lavorative private, con possibili danni di miliardi di euro, non soltanto in relazione al singolo giorno perso per via della festività ma per le possibilità di ‘ponte’ che si verrebbero a creare conseguentemente. Domani verranno portate in Consiglio dei Ministri una serie di proposte per il rilancio dell’economia e dell’impresa e a riguardo andrà assolutamente affrontata la questione del 17 di marzo, facendo assoluta chiarezza su questa festività e soprattutto sull’eventuale chiusura o meno degli uffici pubblici”.

Per Walter Veltroni (Pd), intervenuto ad Agorà su Rai Tre, il 17 marzo “fermarsi è necessario, perché ritrovarsi italiani è una cosa bella per il Paese”. Anche se Veltroni riconosce come una festività cosi importante “andasse discussa prima con Confindustria e sindacati”.

Anche Silvana Mura (Idv) ha risposto all’invito di Calderoli a non fermarsi il 17 marzo. “Da parte della Lega continua a persistere una sorta di resistenza passiva nei confronti del centocinquantenario dell’Unità d’Italia” ha affermato la Mura che poi ha precisato come “tirare in ballo la crisi e eventuali ponti siano solo argomentazioni strumentali per sminuire l’importanza della festività”.