“La morte di Raciti causata da un collega”: parla l’avvocato di Speziale

Pubblicato il 20 Dicembre 2011 - 13:41| Aggiornato il 21 Marzo 2013 OLTRE 6 MESI FA

CATANIA – “La morte di Raciti fu causata da un collega. L’evento giudiziario è scandaloso”: lo ha detto Giuseppe Lipera, avvocato difensore di Antonino Speziale. Speziale è stato condannato per la morte dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti, ammazzato il 2 febbraio 2007 durante la partita Catania – Palermo. L’avvocato ha parlato alla trasmissione “Buongiorno calcio” su Radio Manà Manà Sport.

Questa la spiegazione di Lipera: “Il 3 e il 5 febbraio 2007 Lazzaro, l’autista del mezzo della Polizia, rivelò che facendo marcia indietro sentì una botta e girandosi si accorse di aver colpito Raciti. Questa è la dichiarazione che dimostra l’omicidio colposo. Nelle versioni successive durante il dibattimento, negò quanto detto affermando che si trovava a decine di metri dall’Ispettore”.

Secondo Lipera anche la condanna di Speziale ha seguito un iter poco chiaro: “La Corte Suprema di Cassazione, per lacune indiziarie insormontabili, bocciò il provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Speziale annullandolo definitivamente data la mancanza di testimoni ed immagini. Ciò nonostante dopo il processo il ragazzo fu condannato per omicidio preterintenzionale. Un altro carabiniere, ascoltato l’ultima volta un mese e mezzo fa, disse di aver visto il lamierino lanciato, non un lavello, volare e cadere per terra davanti ad una porta di ingresso dello stadio durante i tafferugli senza colpire mortalmente nessuno. Altri poliziotti del drappello di Raciti asserirono che non persero mai di vista il loro Capo perciò la versione fornita in seguito è frutto della fantasia di qualcuno creata ad arte. Non è la prima volta in Italia “.

L’ipotesi che la colpa della morte di Raciti potesse essere attribuita (almeno in parte) alle forze dell’ordine era già stata avanzata qualche anno fa: nel maggio 2007 Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina scrissero un articolo, pubblicato su L’Espresso, intitolato “Raciti la pista è blu”. Nel pezzo era scritto che sulla maschera di Raciti erano state trovate macchie di vernice blu: l’ipotesi è che potessero essere riconducibili ai mezzi usati dagli agenti.