Finge malattia ma è sano: licenziato e condannato per truffa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Febbraio 2016 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA
Finge malattia ma è sano: licenziato e condannato per truffa

Finge malattia ma è sano: licenziato e condannato per truffa

BELLUNO – Ha fatto finta di non poter camminare per 3 mesi dopo una distorsione alla caviglia, ma l’investigatore privato dell’azienda per cui lavorava lo aveva sorpreso in giro a passeggiare e senza stampelle. Giuseppe Franzese, 48 anni e originario di Napoli ma residente a Belluno, è stato prima licenziato dalla ditta De Rigo Vision di Longarone nel luglio 2012 e poi denunciato per truffa ai danni dell’Inail. Venerdì 26 febbraio un giudice lo ha condannato a 15 mesi di carcere con sospensione della pena e 600 euro di multa.

Il Corriere della Alpi scrive che tutto ha inizio quando Franzese cade dalle scale d’ingresso dell’azienda e si distorce una caviglia. La prognosi iniziale di 15 giorni è stata poi dilatata fino a 3 mesi e mezzo, ma l’azienda lo aveva fatto seguire e ha scoperto che l’uomo mentiva sulla malattia:

“Ma a non vederci chiaro sulla vicenda era stata la procura, ritenendo che Franzese (difeso dall’avvocato Mauro Gasperin) aveva goduto di un ingiusto profitto per 5.456 euro dall’Inail (indennità giornaliera per l’inabilità) e dalla stessa De Rigo per 2.371 euro (versamento dei contributi), raggirando e inducendo in errore i medici simulando l’infortunio. Di qui l’accusa di truffa.

Il giudice Coniglio ha accolto la richiesta del pm Rossi, che ha ricordato nella requisitoria come durante la malattia di tre mesi e mezzo per la distorsione al piede l’imputato non apparisse sempre in condizioni fisiche tali da giustificare un percorso di guarigione così lungo. Lo aveva chiarito, secondo l’accusa, la testimonianza dell’investigatore che seguì il lavoratore e che evidenziò con foto e filmati come l’ex dipendente della De Rigo usasse le stampelle solo quando andava in ospedale, mentre in tutte le altre occasioni camminasse senza l’ausilio di protesi. Presa a riferimento anche la testimonianza del titolare della De Rigo, che spiegò come l’uomo lavorasse all’imballaggio di scatolame: impiego che non richiedeva, quindi, che il dipendente dovesse rimanere in posizione eretta”.

Tutto era iniziato quando qualcuno ha riferito all’azienda di aver visto Franzese camminare e correre proprio durante il periodo di presunta malattia:

“I vertici aziendali decisero di approfondire e misero sulle tracce dell’operaio un investigatore privato, che accertò come quando andava dai medici il 48enne usava le stampelle e zoppicava, salvo poi muoversi perfettamente subito dopo la visita: quando andava a fare la spesa, portando borse anche pesanti, o giocava con i bambini. Tutto confermato da foto e video. Tanto bastò all’azienda per procedere con il licenziamento.

Durante il procedimento era stato ascoltato come, teste della difesa, il dottor Corrado D’Antimo, ortopedico di Belluno, che aveva spiegato che la fisioterapia alla quale si era sottoposto l’ormai ex operaio della De Rigo era effettivamente necessaria per rientrare al lavoro e che «il trauma era compatibile con la ripresa della deambulazione». Di diverso avviso il medico ingaggiato dall’azienda: «Deambulava liberamente»”.