Como. Si finge malato per andare in ferie, poi mette foto e sfottò su Facebook

Pubblicato il 24 Agosto 2012 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA

COMO – “Lavoratori…tiè” recitava Alberto Sordi con tanto di gesto a “ombrello” nel film “Vitelloni” di Federico Fellini. Più o meno quello che ha fatto un ragazzo della Brianza, che per ottenere 15 giorni di ferie ad agosto si è fatto mettere in malattia dal proprio medico con tanto di certificato. E non contento dei 15 giorni di ferie “rubati”, si è poi vantato su Facebook con amici e colleghi per la sua “furbizia”. Un atto che gli potrebbe costare il posto di lavoro. La storia, riportata da Il Giornale, la racconta il suo datore di lavoro, Marco Clerici, amministratore delegato del gruppo “Clerici auto”.

Il giovane, con un regolare contratto di apprendistato, aveva chiesto 3 settimane di ferie nel mese di agosto. Ferie che il suo datore di lavoro non gli ha concesso a pieno. Solo 2 settimane su 3, perché l’azienda aveva delle consegne da rispettare. E allora scatta l’idea “furba”, di chi forse non si rende conto quanto avere un lavoro e delle consegne in tempi di crisi sia una fortuna. Due settimane prima delle ferie concesse il ragazzo è andato dal medico, che gli ha firmato un certificato di malattia regalandogli così altri 15 giorni di beato far nulla.

Risultato? Un mese di ferie pieno per il ragazzo, compiaciuto della sua scaltrezza. Ma essere scaltri non si è rivelato sinonimo di intelligenza. Forse orgoglioso della sua furbizia il giovane non solo è andato in vacanza, risultando così fuori casa in entrambi le visite fiscali che hanno bussato alla sua porta, ma rincarando la dose. E su Facebook, sotto gli occhi di amici e colleghi, ecco le sue foto in spiaggia, tra ombrellone e cocktail, con tanto di “sfottò” sul web all’azienda meno furba di lui. Azienda che però lo ha scoperto e che ora prenderà provvedimenti sull’accaduto.

Né il nome del ragazzo né il nome del medico sono stati rivelati da Clerici, che però non si è accontentato dei provvedimenti a sua disposizione. Ha così deciso di raccontare la vicenda al giornale La Provincia di Como, spiegando che l’aspetto che più lo ha fatto arrabbiare è la compiacenza del medico, che ha prodotto il regolare certificato di malattia: “Sono stato colpito dall’aspetto collusivo della questione e vorrei essere aiutato a trovare un senso a questo comportamento. Da solo fatico a trovarlo soprattutto in questo momento di feroce crisi, in cui le aziende più che mai hanno bisogno di avere tra le loro fila persone motivate e collaborative, prendendosi in carico anche le responsabilità formative di persone che non vengano “rovinate” da burocrati demotivati e dalla ricetta facile”.

Clerici ha poi dichiarato a La Provincia di Como: “Perde il medico irresponsabile, la cui leggerezza si ripercuote sulle imprese prima e sulla formazione del ragazzo poi. E perde anche il ragazzo, che lascia passare il tempo mettendo a repentaglio la possibilità di imparare un mestiere e di definire se stesso anche attraverso un lavoro”.