Firenze, artificiere ferito da bomba: su Facebook viene insultato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Gennaio 2017 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
Firenze, artificiere ferito da bomba: su Facebook viene insultato

Firenze, artificiere ferito da bomba: su Facebook viene insultato (Foto Ansa)

FIRENZE – Prima è rimasto ferito nello scoppio di un ordigno il 1° gennaio a Firenze, poi è stato insultato sui social. Questo il destino di un artificiere della polizia di Stato che dopo essere rimasto ferito nell’esplosione di una bomba abbandonata in strada a Firenze davanti ad una libreria di CasaPound, si è ritrovato a dover fronteggiare gli insulti ricervuti in rete.

La Nazione scrive che il sindacato della polizia ha indentificato l’uomo che ha insultato su Facebook l’agente di polizia degli artificieri e che ora l’uomo, originario e residente a Padova, dovrà rispondere del suo gesto:

“«Abbiamo dato mandato al nostro avvocato – ha detto il segretario generale Valter Mazzetti – di procedere legalmente in ogni sede per ridare la giusta dignità umana e professionale al collega che ha portato serie lesioni permanenti». La decisione è stata presa dopo che sul profilo Fb dell’utente, del quale l’Ugl dice di conoscere l’identità, sostenendo che costui era stato candidato in passato alle elezioni comunali a Sant’Elena d’Este, sono apparsi vari post offensivi contro l’agente e la polizia”.

Il quotidiano ha poi aggiunto che in appena 1 ora sono stati oltre 420 i poliziotti solidali con l’artificiere e che hanno segnalato il post offensivo agli amministratori di Facebook:

“«Sembra assurdo e ci lascia veramente esterrefatti, oltre che profondamente indignati, – dice Mazzetti – vedere come ci siano persone così miopi o condizionate culturalmente e ideologicamente da non vedere il grande e difficile lavoro che quotidianamente svolgono le forze dell’ordine al servizio della democrazia per mantenere la convivenza sociale più sicura e rispettosa possibile. Un lavoro che, troppo spesso, purtroppo, è costato sacrifici immani, anche estremi, per i poliziotti e per i loro genitori, mogli, mariti, figli. Un lavoro complesso, il nostro, per cui la dignità umana e professionale del poliziotto, come nel caso di specie, viene brutalmente violentata da quella che considero solo una miseria dell’animo umano»”.