Fondazione Maugeri, pm: “Roberto Formigoni e altri 11 a processo”

Pubblicato il 8 Maggio 2013 - 12:57| Aggiornato il 21 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Formigoni e altre 11 persone nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri. I reati contestati sono di corruzione e associazione per delinquere. Formigoni è l’ex governatore della Regione Lombardia e ora presidente della commissione Agricoltura del Senato, eletto col Pdl nelle elezioni politiche del 2013.

La richiesta di processo firmata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai Pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, e che dovràessere valutata dal giudice dell’udienza preliminare, riguarda, tra gli altri, anche l’ex segretario generale della Regione Lombardia, Nicola Maria Sanese, l’ex direttore generale dell’assessorato alla sanità del Pirellone Carlo Lucchina, l’ex dirigente regionale Alessandra Massei. Questi ultimi sono tutti accusati di associazione per delinquere e corruzione, come Formigoni.

E’ stato richiesto il rinvio a giudizio, inoltre, anche per Pierangelo Daccò, già condannato a 10 anni per il crac del San Raffaele, per l’ex assessore regionale Antonio Simone, per sua moglie Carla Vites e per lo ‘storico’ amico e collaboratore di Formigoni Alberto Perego.

Secondo l’accusa, la Fondazione Maugeri avrebbe ottenuto negli anni presunti rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie, per circa 200 milioni di euro, attraverso una quindicina di delibere della giunta regionale. Parte di quei soldi, 61 milioni di euro secondo l’accusa, sarebbero stati distratti dalle casse della Maugeri, tramite Dacco’ e Simone. In cambio delle delibere, sempre secondo l’accusa, Formigoni sarebbe stato ripagato, attraverso i soldi distratti, con benefit di lusso per un valore di oltre 8 milioni di euro: viaggi, vacanze ai caraibi, la messa a disposizione di tre yacht, un maxi-sconto sull’acquisto di una villa in Sardegna, ma anche finanziamenti per cene e soggiorni al meeting di Cl e 270 mila euro in contanti.

Secondo l’analisi degli investigatori (l’inchiesta era stata chiusa lo scorso febbraio), l’ex governatore negli ultimi anni non avrebbe effettuato prelievi sui suoi conti e quindi il sospetto della procura è che avesse a disposizione contanti. Secondo i pm Formigoni sarebbe stato uno dei promotori di una ”collaudata e stabile organizzazione” tra il 1997 e il 2011.

Le accuse a Formigoni riguardano anche presunti rimborsi illeciti ottenuti dal San Raffaele. Le posizioni di Umberto Maugeri, ex presidente della fondazione, di Costantino Passerino, ex direttore amministrativo, e dei consulenti Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo e dell’intermediari Sandro Fenyo sono state stralciate perché gli indagati hanno presentato istanze di patteggiamento in corso di valutazione da parte dei pm. Il Gip Vincenzo Tutinelli, invece, dovrà decidere su una richiesta di patteggiamento della Fondazione Maugeri che ha messo a disposizione ai fini della confisca beni immobili per circa 16 milioni di euro.