Fondi terremoto Abruzzo, Procura: “Truffa. Fatture gonfiate, scuole non sicure”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2014 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA
Fondi terremoto Abruzzo, Procura: "Truffa. Fatture gonfiate, scuole non sicure"

Fondi terremoto Abruzzo, Procura: “Truffa. Fatture gonfiate, scuole non sicure” (Foto LaPresse)

L’AQUILA – Hanno ricostruito una scuola senza la metà delle fondamenta e facendo pagare i lavori cinque volte in più il suo prezzo reale. Fatture gonfiate e lavori mai portati a termine con i fondi del terremoto in Abruzzo. E ora l’edificio che ospita l’istituto per geometri De Nino-Morandi, a Sulmona, è tutto da rifare. Di nuovo.

E così la Procura de L’Aquila ha aperto un‘inchiesta sui lavori e chiesto il rinvio a giudizio di Antonio del Corvo, ex presidente della Provincia, e di Valter Specchio, ex direttore generale, oltre ad alcuni imprenditori e funzionari. L’accusa per tutti è di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Giuseppe Caporale su Repubblica scrive:

E nonostante questo sperpero, i lavori di “messa in sicurezza” dell’istituto per geometri De Nino-Morandi, a Sulmona, sono tutti da rifare. Incompleti e pericolosi: così li hanno giudicati gli inquirenti. Nelle fondazioni mancano infatti 32 micropali (sugli 80 previsti dal capitolato d’appalto) necessari per la tenuta strutturale della scuola”. 

Ma la truffa, per la Procura, riguarda 9 scuole almeno:

“La truffa riguarda nove scuole: sei di Avezzano (il liceo scientifico Pollione, l’istituto statale d’arte Bellisario, l’istituto statale per l’agricoltura e l’ambiente Serpieri, l’istituto tecnico per geometri Alberti, l’istituto tecnico commerciale Galileo e il liceo classico Torlonia) e tre nella città di Sulmona (il liceo scientifico Fermi, l’istituto statale d’arte Mazzara e l’istituto statale per geometri De Nino-Morandi)”.

Il liceo scientifico Pollione di Avezzano è il caso più eclatante:

“Una scuola che l’ente Provincia ha deciso in parte di abbattere e ricostruire (i lavori sono da poco terminati) e che secondo la Guardia di finanza dell’Aquila che insieme alla polizia e ai carabinieri del Ros ha portato avanti le indagini – non doveva essere demolita. Dalle indagini è emerso che sarebbe bastatoun intervento sul tetto con una spesa di alcune decine di migliaia euro, invece che ricorrere a una ricostruzione ex novo che peserà sulle casse pubbliche per due milioni di euro”.

L’indagine riguarda anche gli affitti a cari prezzi degli edifici privati in cui le scuole sono state ospitate durante la messa in sicurezza dei loro edifici:

“ovvero gli affitti pagati, sempre dalla Provincia, a strutture private per consentire il trasferimento delle scuole durante i lavori di messa in sicurezza. Trasferimenti che le indagini hanno dimostrato essere stati pagati «inutilmente» in quanto i dirigenti scolastici avevano trovato soluzioni a costo zero che sono state scartate e «non prese in considerazione» dall’ente pubblico, che invece ha preferito pagare”.

Per le macerie, invece, la segnalazione di danno erariale è arrivata alla Corte dei Conti:

“Intanto, è arrivato sul tavolo della Corte dei Conti una segnalazione per danno erariale che riguarda le macerie. Sotto accusa l’allora vice-commissario per i beni culturali, Luciano Marchetti che avrebbe consentito a ditte private di smaltire le macerie del terremoto di importanti chiese e monumenti – tra cui il Duomo de L’Aquila – invece di avvalersi gratuitamente dei vigili del fuoco e dell’esercito”.