“Prendi il mio vino o ti rovino su TripAdvisor”: la denuncia dei ristoratori

Pubblicato il 3 Agosto 2012 - 12:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “O ti prendi la cassa di vino, o ti rovino su TripAdvisor”. I tempi della cassa di vino omaggio sono finiti. Ora ogni 5 casse comprate, ti “regalano” una cassa virtuale di recensioni positive sul web. Una proposta “indecente” che i ristoratori percepiscono come ricatto e a cui hanno deciso di opporsi, tanto da dirsi pronti alla class action. A guidare la rivolta dei ristoranti è Amergico Capria, proprietario del Baccarossa di Firenze. Ma TripAdvisor e siti affini avvisano: “Non siamo responsabili per le false recensioni, ma siamo pronti a combattere il fenomeno perché scrivere il falso è reato”.

Il cliente scontento non è più l’unico da cui guardarsi le spalle: vini, biancheria, macellai e stoviglie sono i nuovi nemici delle recensioni online. Il nuovo “pizzo”, come lo definiscono i ristoratori assediati, va avanti al grido “O la fornitura o ti ammazzo”, rigorosamente sul web. L’ira dei ristoratori non si ferma solo ai cattivi recensori, o presunti insoddisfatti fornitori, ma si estende ai siti internet quali TripAdvisor, Expedia e Hotel.com.

Le segnalazioni di ristoratori e albergatori stanchi di quello che definiscono un ricatto sono finite sul tavolo della Federazione italiani dei pubblici esercizi, Fipe, della Toscana. Aldo Cursano, vicepresidente nazionale vicario della Fipe e presidente regionale, ha detto: “Vogliamo denunciare gli autori dei ricatti ma anche i portali. Nel primo caso stiamo valutando gli estremi per una denuncia penale (estorsione?) nel secondo la giusta contestazione, non vogliamo fare la fine degli albergatori attribuendo loro la responsabilità di false recensioni”.

Cursano ha poi aggiunto: “Più i commenti online assumono valore economico più il ricatto diventa strutturato. Prima ti capitava il commento negativo del cliente, quello del dipendente lasciato a casa: ora ci troviamo davanti a una nuova mafia, un mercato nero che va contro la democrazia dal basso non condizionabile sbandierata da TripAdvisor. Non parliamo di 15-20 ristoratori ma di centinaia. Capisco che se la Uno bianca viene usata per le rapine la colpa non è di chi l’ha costruita. Ma o si dice che il sistema è inaffidabile (e sarebbe una sconfitta per tutti) o si trovano delle correzioni profonde: un sistema di garanzia”.

Ma il gioco del “ricatto” fornitura-recensione non sarebbe nato col web, spiega il consigliere Fipe Giuliano Pasini, bensì con le guide cartacee e “certi ispettori”: “Davanti al ricatto non resta che l’autorità giudiziaria, ma attenzione: questi motori sono preziosi, dobbiamo incontrarci e trovare una soluzione partendo dall’abolizione dell’anonimato”.

Lorenzo Brufani, portavoce di TripAdvisor Italia, ha dichiarato: “Chi fa una recensione falsa compie un reato, ben vengano le cause mirate. Stiamo però tutti dalla stessa parte: siamo vittime come i ristoratori che invitiamo a segnalarci i casi sospetti. Un’attività che va ad affiancare quella dei nostri 70 professionisti del team antifrode. In fondo a ogni commento sta scritto: “Io mi prendo la responsabilità della veridicità di questa recensione”. E se non si dà il consenso il commento non parte. In ogni sede dimostreremo di avere le carte in regola”.