Fortuna Loffredo, molotov contro casa del presunto killer

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Aprile 2016 - 16:31 OLTRE 6 MESI FA
Fortuna Loffredo, molotov contro casa del presunto killer

Fortuna Loffredo, molotov contro casa del presunto killer

NAPOLI – Fortuna Loffredo, molotov contro la casa del presunto assassino. Persone non identificate hanno dato fuoco a una delle finestre dell’abitazione di Caivano (Napoli) dove sta scontando i domiciliari la compagna di Raimondo Caputo, 43 anni, detto Titò, l’uomo a cui i carabinieri hanno notificato un’ordinanza di arresto con l’accusa di avere violentato e ucciso la piccola Fortuna, morta il 24 giugno 2014 nel Parco Verde della cittadina.

Alcune persone ancora da identificare, intorno a mezzogiorno, hanno lanciato una bottiglietta contenente liquido infiammabile contro una finestra e poi appiccato le fiamme che si sono estinte autonomamente. Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri di Caivano e di Casoria. La 32enne si trova ai domiciliari perché accusata, in concorso con il compagno in carcere, di abusi sessuali nei confronti di una figlia piccola della donna.

Caputo ha sempre negato di aver ucciso la piccola Fortuna Loffredo e di aver commesso abusi sessuali verso minori, descrivendo sé stesso agli inquirenti addirittura come “un bravo papà” per le figlie della compagna. Ma di fronte alla seconda ordinanza in carcere ricevuta in pochi mesi il 44enne ha vacillato. “Ma probabilmente non perché si è pentito, ma solo perché ha iniziato a comprendere che resterà in carcere molto a lungo” ha sottolineato il colonnello Rino Coppola, Comandante del Reparto Operativo di Castello di Cisterna, che ha effettuato le indagini.

Prima di essere arrestato a novembre del 2015 per il primo abuso sessuale contestato, Caputo era entrato e uscito dal carcere per una lunga serie di reati comuni, dal furto alla rapina, dal porto abusivo d’armi alla violenza a pubblico ufficiale. Un disoccupato pluri-pregiudicato mai però coinvolto in indagini di camorra o di droga, attività molto fiorente a Parco Verde, ma che comunque incuteva timore negli inquilini dello stabile, che lo hanno protetto fino all’ultimo, e dei bambini di cui abusava. Sulla morte di Fortuna ha sempre detto che quel giorno, il 24 giugno 2014, non era nel palazzo, e nessuno lo ha mai contraddetto, ad eccezione proprio delle piccole vittime.