Francesca Angeli sul Giornale: “4 mld di risarcimenti per borse mai erogate a medici”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2013 - 05:01 OLTRE 6 MESI FA
4 mld di risarcimenti per borse mai erogate a medici

4 mld di risarcimenti per borse mai erogate a medici

ROMA – I Tribunali hanno accolto migliaia di ricorsi per borse di studio mai erogate a medici specializzandi. Sono state violate le norme Ue ed ora lo Stato italiano rischia di dover sborsare 4 miliardi di euro, cifra che più o meno corrisponde all’incasso della prima rata dell’Im.

Racconta tutto Francesca Angeli sul Giornale.

“Migliaia di medici in cau­sa con lo Stato italiano che ha violato la normativa europea ed ora rischia di dover tirare fuo­ri oltre 4 miliardi di euro. Una ci­fra enorme equivalente al valo­re dell’Imu sulla prima casa che prima o poi inevitabilmen­te dovrà uscire dalle casse pub­bliche pe­rché quei medici han­no diritto al risarcimento. Som­ma che potrebbe però almeno essere ridimensionata con un accordo fra le parti per rispar­miare sulle spese legali. Al mo­mento infatti sono migliaia le cause già vinte dai camici bian­chi che complessivamente so­no costate allo Stato oltre 327 milioni di euro. L’associazione Consulcesi, che rappresenta ol­tre 40.000 medici, ha annuncia­to ieri l’incasso di altri 6 milioni di euro. Come si è arrivati a que­sto punto? A spiegarlo l’avvoca­to Marco Tortorella che si occu­pa delle cause per la Consulce­si. Le normative europee rece­pite anche dall’Italia nell’ora­mai lontano 1982 impongono che i medici siano adeguata­mente retribui­ti durante gli an­ni della scuola di specializzazio­ne attraverso una sorta di borsa di studio”.

“Che cosa ha fatto l’Ita­lia? Per anni ha allegramente ignorato le norme e non ha da­to una lira prima e un euro poi agli specializzandi. Con il risul­tato che tutti i medici specializ­zati dall’82 al ’91 ora vanno to­talmente rimborsati con com­pensi che possono arrivare an­che a 180.000 euro per singolo caso. Non solo. Nel ’94 final­mente il nostro Paese si è sve­gliato ed ha cominciato a retri­buire gli specializzandi ma sen­za comprendere però il paga­men­to degli oneri previdenzia­li e la copertura assicurativa dei rischi professionali. Dunque anche tutti gli specializzandi dal ’94 al 2006 hanno diritto ad un’integrazione dei compensi”.

“Consulcesi ha calcolato che la somma dovuta a tutti gli aven­ti diritto è di 4 miliardi di euro. Anzi è quella calcolata per gli as­sociati Consulcesi perché altri medici hanno fatto ricorso an­che attraverso altre associazio­ni. Al momento sono in piedi al­tre 4 cause collettive attraverso la stipula di accordi con gli Ordi­ni dei Medici locali. Le prime cause avviate sono arrivate a sentenza nel 2012 e già nel pri­mo grado di giudizio sono stati imposti rimborsi immediati”.

“Insomma lo Stato non sem­bra avere scampo ed è per que­sto che c’è chi ha pensato di tro­vare una soluzione più rapida ed anche meno costosa. Già nel­la scorsa legislatura era stata avanzata una proposta di legge in questo senso che ora è stata nuovamente depositata dai se­natori del Pdl, Luigi D’Ambro­sio Lettieri, Francesco Giro e Pietro Liuzzi. La proposta è dare un «rico­noscimento economico re­troattivo del periodo di forma­zione » per i medici ammessi al­le scuole di specializzazione dall’anno accademico ’81/’82 a quello ’90/’91.L’ipotesi è quel­la di un compenso «forfettario» di 13.000 euro per ogni anno di corso senza interessi legali né ri­valutazione monetaria”.

“Il costo dell’operazione valu­tato in 150 milioni di euro per il 2013 e 200 per il 2014 verrebbe coperto dai «Fondi di riserva e speciali». Il vantaggio per i me­dici sarebbe quello di ottenere immediatamente la somma senza bisogno di aspettare i lun­ghi tempi della giustizia italia­na. Quello dello Stato un consi­st­ente risparmio rispetto alla ci­fra di 4 miliardi che a questo punto è tutt’altro che ipotetica anche se ovviamente sarebbe diluita nel tempo. In tempi di spendig review forse al ministe­ro dell’Economia converrebbe valutare attentamente se con­viene risparmiare 300 milioni oggi per poi spendere dieci vol­te di più domani”.