Francesca Chaouqui: “E’ stato Balda a registrare il Papa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Novembre 2015 - 12:17 OLTRE 6 MESI FA
Francesca Chaouqui: "E' stato Balda a registrare il Papa"

Francesca Chaouqui

ROMA – Francesca Immacolata Chaouqui, una delle due persone arrestate per la fuga di notizia in Vaticano, parla e accusa l’altro indagato, ora in carcere, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede. “È stato monsignor Balda a fare quelle registrazioni a papa Bergoglio, io non ne sapevo niente”, ha detto Chaouqui, 33 anni, componente della Commissione referente sulle attività economiche della Santa Sede, a Fabio Tonacci di Repubblica.

Una intervista di fatto, anche se la signora Chaouqui a Tonacci ha detto subito: “Non faccio interviste. Quello che ho da dire sull’indagine lo riferirò solo agli inquirenti”. Ecco quel che ha detto a Tonacci.

Come fa però ad essere sicura che ci sia Balda dietro alle intercettazioni di Bergoglio?
«Perché lui stesso fece ascoltare un audio ai membri della Cosea, la commissione di revisione dei conti dei dicasteri della Santa sede, di cui ho fatto parte anch’io chiamata dallo staff di Bergoglio e della quale monsignor Balda era segretario ».

(…) Lei sostiene di essere stata “tirata dentro” dal monsignore in questa storia. Perché proprio lei?
«Beh, ero l’unico membro italiano del Cosea…».

Però eravate molto amici, questo non può smentirlo.
«Sì lo siamo stati, poi la scorsa primavera ha cominciato ad agitarsi, è come impazzito».

E perché?
«Non è un segreto che lui sperasse di ottenere il posto di revisore generale del Vaticano, per cui è stato scelto Libero Milone. Quando non è stato nominato, ha cominciato a fargli la guerra, cosa che probabilmente lo ha spinto a consegnare carte ai giornalisti. Ma io con la diffusione dei documenti non c’entro nulla, anche perché non avevo posti da prendere in Vaticano».

Chaouqui sostiene che sia stato proprio monsignor Balda “a tirarmi in mezzo” e sul motivo del suo rilascio dice:

«Posso solo dire che ho fornito spiegazioni che li ha convinti a rilasciarmi, e che la mia collaborazione con la gendarmeria e gli inquirenti è massima. Del resto avrei potuto rimanere a casa mia e non presentarmi, quando mi hanno chiamato. E invece non avendo nulla da nascondere ci sono andata, senza avvocato».

Perché il suo nome da un paio d’anni a questa parte salta sempre fuori? Prima i tweet contro Tremonti e Bertone, poi il “party” sulla terrazza della Prefettura degli affari economici, adesso l’accusa di essere uno dei corvi.
«I tweet erano dei photoshop fatti da chi ha hackerato il mio profilo e non sono io ad aver organizzato quel party».

Come ha conosciuto i genitori del premier Matteo Renzi, che ha provato a portare a Santa Marta a incontrare il papa?
«Sono cose private, non mi va di parlarne».