Il comandante Francesco Schettino, ovvero Lord Jim rivisto da Dino Risi

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 16 Gennaio 2012 - 14:09| Aggiornato il 24 Gennaio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino accompagnato in carcere (Lapresse)

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – Francesco Schettino è Lord Jim e Lord Jim siamo tutti noi. Quindi tutti noi avremmo potuto essere Francesco Schettino. È il disastro avvenuto a 150 metri dagli scogli dell’Isola del Giglio visto con la lente di Joseph Conrad. Mentre la Costa Concordia si incrinava lentamente nel Tirreno, chi fra il “pubblico a casa” non aveva parenti a bordo della nave si consolava pensando di non avere parenti a bordo della nave, di non essere a bordo di quella nave e soprattutto di non essere il comandante di quella nave.

Difficile immedesimarsi nel ruolo di un comandante di un transatlantico di 115 mila tonnellate, 300 metri di lunghezza e quasi 60 di altezza. Non è un lavoro qualunque. E’ un lavoro eccezionale sul quale, se capitano incidenti, sono incidenti eccezionali. Schettino non è un “common man” e il “common man”, non riconoscendosi affatto in lui, può dire senza esitazione agli amici del bar di sotto che “lui non avrebbe portato una nave così a pochi metri dalla costa di una piccola isola, manovrandola come fosse un vaporetto”. E dopo l’urto con gli scogli, lo stesso “common man” è pronto a giurare che al posto di Schettino avrebbe dato subito l’allarme e non sarebbe mai sceso dalla nave abbandonando quasi 5 mila persone a bordo, fra passeggeri ed equipaggio.

Ma poi arriva Joseph Conrad a colmare lo spread fra Schettino e noi “common”: lo fa con il suo Lord Jim, il personaggio di un giovane che ha voglia di sfide, di mettersi alla prova, cercando l’avventura nella vita del marinaio. Sembra che abbia tutte le carte in regola: la bellezza, la forza, la cultura, doti umane che lo fanno arrivare presto al grado di primo ufficiale, che nella gerarchia di bordo viene subito dopo il comandante. Ma la sua imbarcazione, la Patna, carica di pellegrini diretti a La Mecca, viene sorpresa da una tempesta. Lui di fronte all’imprevisto va nel panico e scappa su una scialuppa insieme a comandante e macchinisti, lasciando i passeggeri in balìa delle onde: “Abbandonate la nave, affonderà da un momento all’altro”.