Don Verzè e Don Decaminada prendevano soldi, ma che razza di Don

Pubblicato il 5 Aprile 2013 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il San Raffaele a Milano, l’Idi a Roma. Eccellenze della sanità cattolica usate come personale portafogli da coloro che le amministravano. Due “don”, nella fattispecie, e verrebbe da dire, che razza di don. Ora c’è il caso di don Franco Decaminada, 68 anni, accusato di appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta e false fatturazioni, arrestato e poi messo ai domiciliari. Don Verzè prima, ora Don Decaminada, pii servitori di Cristo, con voto di povertà, ma secondo le accuse molto a loro agio con la gestione del denaro. Nel caso dell’Idi 14 milioni di euro secondo i pm sottratti all’istituto dermatologico che, per la cronaca, è in crisi nera con 1500 tra medici e infermieri senza stipendio da 7 mesi.

Che razza di Don è, viene da chiedersi, questa strana figura ibrida del prete-manager, uomo di Chiesa e al contempo capace di far sparire 14 milioni di euro? Sono per ora solo accuse, tutte da confermare e da discutere in un eventuale processo, ma certo lo scenario è comunque eloquente. Don Decaminada ha tradito anche i suoi confratelli della Congregazione dei figli dell’immacolata concezione. La congregazione religiosa dell’Idi vuole costituirsi parte lesa.

Per l’accusa Don Decaminada avrebbe fatto sparire in tutto 14 milioni anche grazie ad alcuni complici (in tutto 3 arresti e 10 denunciati), prelevando contanti dalle casse dell’ospedale e trasferendo il denaro in società in Italia e all’estero. Il sacerdote avrebbe quindi contribuito al buco dell’Idi che complessivamente ammonta a 600 milioni di euro. Non manca, come spesso in cronache analoghe, l’immancabile villa al mare. Quella di Decaminada avrebbe 18 stanze con 23mila metri quadrati di parco e terreni. A Orbetello, Toscana, è denominata “L’ombrellino”, acquistata per oltre un milione di euro.

Don Verzè a Milano, Don Decaminada a Roma. Sacerdoti e manager, una “razza di Don” forse sempre esistita, in questi due casi particolarmente a suo agio con i soldi e, stando alle accuse, con la frode. Mentre Don Decaminada finiva ai domiciliari uno dei lavoratori Idi senza stipendio da mesi ha detto: “Finora siamo andati avanti grazie a collette e donazioni”.