Funerali, quanto costano? 2500 euro, 1700 “ricaricati”

di Spartaco Ferretti
Pubblicato il 29 Dicembre 2016 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA
Funerali, quanto costano? 2500 euro, 1700 "ricaricati"

Funerali, quanto costano? 2500 euro, 1700 “ricaricati”

ROMA – Morire di per se già non è fatto particolarmente auspicabile. Se poi ci aggiungiamo il conto (già perché la morte costa ai cari che restano vivi) allora diventa davvero un pessimo affare. Perché in Italia, conti alla mano, un funerale costa circa 2500 euro a cui vanno aggiunti balzelli variabili, nella forma di tasse comunali, che possono arrivare a ricaricare il costo di altri 1750 euro.

A fare i conti, in un lungo dossier, è Lorenz Martini per Businessinsider. L’inchiesta si occupa di vari aspetti, dal racket del caro estinto fino alle nuove leggi che dovrebbero regolare la materia. Ma bastano i conti delle esequie a far riflettere:

il costo medio di  un funerale in Italia sarebbe di circa 2.500 euro. Spesa accessibile per molte famiglie. Peccato che non sia finita, che ci sia la ricarica. A quei 2500 infatti vanno aggiunte   le tasse e i costi cimiteriali. E qui si entra in una vera e propria giungla in cui ogni comune ha la sua tassa sul morto.

E le tasse differiscono enormemente. A Milano, infatti, la sepoltura comunale costa 173 euro a Legnano (che lontanissima da Milano non è) va aggiunto uno zero e si arriva a 1750 euro.  Non solo: i costi di loculi e cellette variano da città a città, così come i diritti e le tasse di trasporto. Martini fa degli esempi:

se il Comune di Roma pretende 155 euro, Gaeta (LT) è a 142,50 più due marche da bollo da 16 euro; Cagliari si “accontenta” di 75 euro, mentre a Bari si risale a 140 euro. Confrontare tutti i balzelli è impossibile, anche perché non esiste un elenco nazionale che li raccolga tutti.

Infine i computer, perfetti sconosciuti. Spiega ancora Lorenz Martini:

A parte poche eccezioni, come Torino o Abbiategrasso (Mi), negli uffici mortuari dei comuni i computer sono ancora degli sconosciuti, tutto si basa sulla carta e sui rapporti “amicali” degli impresari con gli impiegati. L’esempio dell’Ospedale Niguarda, uno dei più grandi di Milano, è illuminante: ogni giorno alle ore 9 un fattorino raccoglie tutti i certificati dei defunti del giorno precedente e, sfidando il traffico, si reca all’anagrafe centrale di via Larga dove fa la fila; da lì, gli addetti mandano via fax alle parrocchie l’avviso di morte e i vari documenti… E parliamo dell’avanzatissima Milano!