Furti in appartamenti di lusso in tutta Europa, 57 arresti

Pubblicato il 9 Ottobre 2015 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA
Ladri all'opera

Ladri all’opera

ROMA – Irreprensibili badanti che in realtà erano pedine di una organizzazione internazionale di ladri di appartamenti di lusso. Una organizzazione che contava proprio sulle loro informazioni per preziosi bottini portati via da case di mezza Europa, dalla Spagna alla Grecia, dalla Germania alla Francia. Passando per i quartieri ‘bene’ di Roma.

A smantellare la banda, composta prevalentemente da cittadini georgiani, sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Roma che hanno arrestato 57 persone. Un blitz con arresti in flagranza che ha visto il plauso del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Anche questa volta, ha vinto la squadra Stato e i cittadini possono sentirsi più sicuri”, ha detto il ministro aggiungendo che “per la prima volta è stata smantellata un’organizzazione internazionale che aveva la propria base operativa in Italia, con ramificazioni in vari Paesi europei”, ricordando che all’operazione ha collaborato anche Europol, l’Agenzia europea per la lotta al crimine.

Alfano ha telefonato al comandante dei Carabinieri Tullio Del Sette per congratularsi del successo dell’operazione. La banda, in sostanza, hanno scoperto i carabinieri, coordinati dal generale Salvatore Luongo, individuava gli appartamenti da svuotare, possibilmente di lusso, e in quartieri bene delle capitali Europee, grazie alle informazioni ricevute da una fitta rete di badanti di origine est-europea.

Per scassinare le case utilizzavano la tecnica del key-bumping, una chiave speciale per forzare le serrature blindate delle porte senza lasciare segni di effrazione. L’organizzazione aveva ‘tentacoli’ in Italia e in diversi paesi europei, tra i quali Grecia, Spagna, Germania, Francia, Austria, Russia, Georgia e Moldavia. Molte delle persone sono state arrestate in flagranza di reato sorprese dai militari mentre stavano effettuando furti all’interno di abitazioni nei quartieri romani Parioli, Pinciano, Prati e Talenti.

L’organizzazione, hanno accertato i carabinieri, era strutturata gerarchicamente e aveva un rigido codice di comportamento secondo il quale i soggetti al vertice avevano poteri di direzione delle attività criminali, di vigilanza sul rispetto del codice stesso, di risoluzione dei contrasti tra gli associati. La regola ‘indiscutibile’ era quella che vedeva i proventi illeciti confluire in un’apposita cassa comune denominata “obshak”.

E’ stato calcolato che sul solo territorio capitolino arrivavano mensilmente nella cassa comune i proventi di furti per un valore equivalente ad alcune centinaia di migliaia di euro. L’indagine è stata sviluppata anche grazie all’apporto fornito da Europol, l’Agenzia Europea per la lotta al crimine.