Baci gay sui muri di Udine contro l’omofobia

Pubblicato il 15 Maggio 2010 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA

Un bacio omosex sullo sfondo di una romantica tavola imbandita, a lume di candela, con formaggi e prosciutti friulani a sottolineare che anche la “civiltà è un prodotto tipico friulano”: è l’immagine dei 200 manifesti che da lunedì prossimo, nonostante le aspre polemiche, per dieci giorni campeggeranno per le strade di Udine e Pordenone.

L’iniziativa è dell’Arcigay e Arcilesbica di Udine e Pordenone per la Giornata mondiale contro lomofobia e per i 20 anni del circolo Arcigay friulano, uno dei primi a nascere in Italia.

“Il Friuli – ha spiegato oggi ai giornalisti Giacono Deperu, ideatore della campagna, ritratto in uno dei manifesti mentre bacia il compagno Stefano – è una terra da sempre simbolo di grandi valori di civiltà, tolleranza, laicità e generosità. Sono valori condivisi – ha sottolineato – nei quali anche gli omosessuali friulani si riconoscono”.

“Per affermarli . ha ricordato Deperu – abbiamo fatto battaglie nelle quali, per anni, abbiamo messo il cuore. Per contribuire ad abbattere un ulteriore muro d’incompresione, quello dell’omofobia, oggi ci mettiamo anche la faccia, sapendo che l’esempio di serenità e dolcezza di questi manifesti può essere d’ aiuto per i giovani omosessuali, spaventati da una società che spesso li esclude e li minaccia”.

Ma quell’immagine che per gli omosessuali friulani “rappresenta, con un bacio, la spontaneità dei nostri affetti – per usare le parole dei presidenti dei circoli Daniele Brosolo e Laura Presta – e riconosce al Friuli la capacità di vivere le differenze come una ricchezzza”, proprio non piace al presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani (Pdl), e al direttore dell’Ufficio di pastorale della famiglia della Diocesi di Udine, don Giuseppe Faccin.

“E’ un’ostentazione pubblica fuori luogo di orientamenti sessuali privati – ha tuonato Ciriani – e non è neanche trasgressiva, perché, considerate le immagini con le quali i media ci bombardano ogni giorno, ormai sarebbe più trasgressivo mostrare una famiglia normale”.

Più secca la critica di don Faccin, che ha semplicemtne definito “indecente” il patrocinio dato dal Comune di Udine alla campagna, forse ricordando quanto avvenuto in altre città italiane, come Bergamo dove, per esempio, sempre fra mille polemiche, il sindaco ha vietato una mostra fotografica perché le immagini ritraevano baci omosessuali.

Impassibile è stata la replica del sindaco di Udine, Furio Honsell, che non ha nascosto “la sorpresa per la strumentalizzazione” che è stata fatta dei manifesti. “Sono baci di affetto – ha spiegato – e per me è importante che Udine sia e si dimostri una città attenta ai diritti di tutti, una città che rifiuta qualunque tipo di intolleranza”.

“A chi sostiene che queste immagini possono essere diseducative – ha concluso Eva Dose di Arcilesbica – rispondiamo che al contrario educano, perché mostrano con garbo e dolcezza la realtà degli affetti omosessuali. Non è diseducativo mostrare la realtà, ma nasconderla”.