Gay Pride a Roma, migliaia in piazza: “Cirinnà non basta”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Giugno 2016 - 20:55 OLTRE 6 MESI FA
Gay Pride a Roma, migliaia in piazza: "Cirinnà non basta" 2

Gay Pride a Roma, migliaia in piazza: “Cirinnà non basta”

ROMA – Decine di migliaia di persone, una marea arcobaleno per le strade della Capitale, clima sereno e colorato ma anche determinato, molte famiglie. E’ il Roma Pride, il corteo per l’orgoglio omosessuale, il primo nell’era della legge sulle unioni civili. Un obiettivo certo importante per la comunità Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuati), ma per loro “non è ancora abbastanza”. ‘Chi non si accontenta lotta’, è lo slogan di una edizione molto partecipata (700 mila secondo le stime, ottimistiche, degli organizzatori), che sollecita anche il futuro primo cittadino di Roma – si vota tra pochi giorni – a metterci la faccia. ‘Sindaco, sposaci!’, si legge su uno dei carri di testa, quello del Gay Center.

I candidati Roberto Giachetti e Virginia Raggi non ci sono (lui manda un saluto e promette che da sindaco ci sarà), il Comune è commissariato. Per le istituzioni locali il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, dirigente di Sel. Per la politica si vedono tra gli altri Paola Concia e Imma Battaglia (“uguaglianza” il suo grido dal palco finale), c’è Vladimir Luxuria, fotografatissima. Madrina Asia Argento, sul carro di testa con i figli Anna Lou e Nicola: “E’ la giornata più bella della mia vita”, ripete l’attrice romana. Si parte da piazza della Repubblica. I carri si radunano: ecco il circolo Mario Mieli e le Famiglie Arcobaleno, Amnesty International e la Cgil. Scatenato come sempre – con il suo cast di ragazzi palestrati e seminudi – il carro del ‘Muccassassina’. Si balla, tanto, il repertorio è quello tradizionalmente amato dal mondo gay: Madonna, Spice Girls, Raffaella Carrà, ma anche gli Abba, le sigle dei cartoni anni ’80 (c’è perfino, su una fastosa portantina, un ‘cavaliere dello Zodiaco’, segno Vergine). A rinfrescare la folla ci pensa il cannone dell’Acea, municipalizzata romana, con la presidente Catia Tomasetti a commentare che “l’acqua non fa discriminazioni, non dovrebbero neanche le persone”.

Non mancano gli obiettivi polemici: i politici considerati meno sensibili alle istanze del mondo gay (che ricevono anche qualche ‘vaffa’ dal microfono) e la Chiesa, il Vaticano come ‘Guantanamo mentale’, si legge sui cartelli. Una trans, per sensibilizzare sul tema dei sex worker, sfila con una croce di legno sulle spalle. Il corteo percorre via Merulana, via Labicana, sfiora la Gay Street (via di San Giovanni in Laterano), fa sosta per le foto sullo sfondo del Colosseo. Ci sono sexy-centurioni, drag queen, abiti ridotti (complice anche il clima mite), ma anche passeggini, coppie etero, cani al guinzaglio, biciclette e soprattutto persone che rivendicano oggi la loro ‘normalità’. Come le due ragazze col velo bianco e la scritta ‘domani spose’ sulle coroncine. Si sentono accenti di tutta Italia e non solo, grazie alla partecipazione delle ambasciate Usa, britannica, canadese, tedesca e australiana. All’arrivo, a piazza Madonna di Loreto, l’allegria lascia posto all’impegno politico: con la legge Cirinnà, dice il portavoce del Pride Massimiliano Secci, “molti di noi potranno progettare il futuro con serenità”, ma “sono state riconosciute in modo discriminante le nostre relazioni e i nostri figli. Ai politici diciamo che non devono prepararsi a ignorarci per i prossimi settant’anni”. Per il Pride, appuntamento al 2017. Per le lotte, a domani..