Gea della Garisenda cantava “Tripoli bel suol d’amore” avvolta solo nel tricolore

Pubblicato il 19 Marzo 2011 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA- Gea della Garisenda, classe 1878, cantò le glorie dell’Italia alla conquista della Libia contro l’impero ottomano e intonò “Tripoli bel suol d’amore”.

Romagnola bruna dalla voce squillante, dietro di lei attirò una lunga schiera di ammiratori: da Gabriele D’Annunzio che le diede il nome per ricollegarla alla sua terra d’origine, Salvatore Di Giacomo, Trilussa, Giosuè Carducci, Olindo Guerrini, Ruggero Leoncavallo.

Nel 1911, quando, al teatro Balbo di Torino, l’8 settembre, lanciò l’inno patriottico A Tripoli, che successivamente divenne noto e chiamato con il primo verso della strofe, Tripoli bel suol d’amore. Fece arrossire l’Italia perché si presentò sul palco nuda avvolta solo in una bandiera tricolore.

Ecco il testo della canzone:

Sai dove s’annida più florido il suol? Sai dove sorride più magico il sol? Sul mar che ci lega coll’Africa d’or, la stella d’Italia ci addita un tesor.

Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon, sventoli il Tricolore sulle tue torri al rombo del cannon! Naviga, o corazzata: benigno è il vento e dolce è la stagion.

Tripoli, terra incantata, sarà italiana al rombo del cannon. A te, Marinaro, sia l’onda sentier; sia guida Fortuna per te Bersaglier; và e spera, soldato, Vittoria è colà… Hai teco l’Italia che gridati: va! Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon, sventoli il Tricolore sulle tue torri al rombo del cannon! Naviga, o corazzata: benigno è il vento e dolce è la stagion. Tripoli, terra incantata, sarà italiana al rombo del cannon.

Al vento africano che Tripoli assal già squillan le trombe la marcia real. A Tripoli i turchi non regnano più: già il nostro vessillo issato è laggiù… Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon, sventoli il Tricolore sulle tue torri al rombo del cannon! Naviga, o corazzata: benigno è il vento e dolce è la stagion. Tripoli, terra incantata, sarà italiana al rombo del cannon.

Un bel militare voleva da me un sì per qualcosa (sapete cos’è). Gli dissi ridendo: “Tu avrai quel che vuoi; ma prima, birbante, va’ a Tripoli, e poi…”! Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon, sventoli il Tricolore sulle tue torri al rombo del cannon! Naviga, o corazzata: benigno è il vento e dolce è la stagion. Tripoli, terra incantata, sarà italiana al rombo del cannon.