Genova. Fumo da alloro incendiato sale dritto, 2016 sarà…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Dicembre 2015 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA
Genova. Fumo da alloro incendiato sale dritto, 2016 sarà...

Marco Doria ride alla cerimonia del Confeugo

GENOVA – Il sindaco di Genova Marco Doria ha dato fuoco a una catasta di rami d’alloro, il fuoco è salito dritto in cielo e questo secondo una tradizione vecchia di otto secoli, il Confuego, (non è una parola spagnola, si pronuncia con-feugo, con eu alla francese) porterà un 2016 fortunato. Centinaia di genovesi, felici, si sono poi buttati sui resti del rogo, impadronendosi dei rametti bruciacchiati sopravvissuti alla pira. Anche questo, dicono, porta fortuna.

Marco Doria si è trovato bene nel ruolo di doge. La sua famiglia vanta, nel ‘500, uno dei personaggi più importanti della storia di Genova e più illustri della storia d’Italia, Andrea Doria, ammiraglio e principe. Non fu mai doge, carica che stava troppo stretta a un grande del mare, i dogi lui li nominava. Ma a questo suo lontano parente va bene anche la fascia di sindaco, cui sembra tanto affezionato da volersi ricandidare.

Un video di Alberto Maria Vedova pubblicato dal quotidiano il Secolo XIX di Genova rievoca la tradizione emostra il corteo in costume, bandiere e tamburi inclusi, di figuranti un po’ patetici come fossero a Siena o in quelle città della Toscana dove il tempo si è fermato alla fine del Medioevo. Poi ritrae il sindaco sorridente e il  presidente della associazione A Compagna, Franco Bampi, nei panni dell’Abate del Popolo, ha salutato il sindaco nella tradizionale cerimonia del Confeugo.

La fase clou è, in dialetto genovese, quando il presidente della associazione A Compagna, Franco Bampi, nei panni dell’Abate del Popolo, ha salutato il sindaco negli ideali panni del Doge (in realtà entrambi indossavano robusti cappotti):

“Ben trovòu messe ro Duxe” (Ben ritrovato Messer Doge).

Il sindaco Marco Doria ha replicato, dimostrando una perfetta padronanza del genovese e della sua pronuncia:

“Ben vegnuo messe l’abböu”.

Qualche convenevole poi i due danno fuoco alla catasta di rami di ulivo, incendio concluso con

“fumata bianca e caccia sfrenata da parte dei tanti genovesi presenti ai rametti bruciati del rogo di alloro,ritenuti magici sin dalla notte dei tempi: il rituale che risale al 1300, quando l’Abate del popolo rendeva un omaggio beneaugurante alle massime autorità della Repubblica, presentando un tronco d’alloro decorato con nastri bianchi e rossi, è andata anche quest’anno come da programma.

“Nel sabato che precede il Natale, Genova ha ricordato ancora una volta il suo passato grazie all’Associazione A Compagna, che, in collaborazione con il Cerimoniale del Comune di Genova, dopo un lungo corteo con sbandieratori e figuranti in costume, ha dato via alla cerimonia storica, culminata con l’accensione del ceppo di alloro per augurare un buon auspicio a la città”.