Genova, Pierluigi Bonfiglio: “Non sapevo se bruciare cadavere o farlo a pezzi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2017 - 18:20 OLTRE 6 MESI FA
Genova, Pierluigi Bonfiglio: "Non sapevo se bruciare cadavere o farlo a pezzi"

Genova, Pierluigi Bonfiglio: “Non sapevo se bruciare cadavere o farlo a pezzi”

GENOVA – Pierluigi Bonfiglio ha ucciso Anna Carla Arecco e l’ha tenuta nella sua stanza, proprio sotto il suo letto, per tre giorni. Il cadavere gli faceva compagnia e poi, ha raccontato agli investigatori, non sapeva come disfarsene. “Non sapevo se bruciarlo o farlo a pezzi“, ha detto l’uomo che ha ucciso l’anziana donna a Genova colpendola in testa con una spranga di ferro.

Il Secolo XIX ricostruisce la morte dell’anziana, colpita fino a procurarle una emorragia cerebrale nel pomeriggio di venerdì 28 aprile da Bonfiglio, che poi ha nascosto il cadavere sotto al suo letto:

“Sulle mani della vittima sono stati trovati i segni da difesa: l’anziana ha provato a coprirsi la testa mentre veniva massacrata. Questa mattina il gip Nadia Bolelli ha interrogato Bonfiglio, difeso dagli avvocati Nicola Scodnik e Alessandro Sola. Il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere. Davanti al magistrato, l’ex cuoco ha ribadito la versione secondo cui a colpirla per primo sarebbe stato il suo pusher e che lui l’avrebbe poi «finita» con calci e altri colpi di spranga. Quando gli inquirenti gli hanno chiesto cosa avrebbe fatto del corpo, Bonfiglio ha risposto che «non sapeva. Ho visto in tv che li bruciano o li fanno a pezzi. Ma non sapevo che fare. In quei 3 giorni il cadavere mi ha fatto compagnia».

I carabinieri del nucleo investigativo ritengono che Bonfiglio abbia fatto tutto da solo: ha attirato la vicina con una scusa in casa e l’ha colpita, poi le ha preso le chiavi di casa e ha rubato soldi e gioielli per comprarsi la droga. I familiari dell’anziana avevano detto sin da subito che non poteva essersi allontanata dal palazzo, visto che era in pigiama e ciabatte”.