Giampiero Cuttini e Sergio Di Palo evasi da carcere Rebibbia, è caccia all’uomo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Febbraio 2014 - 10:16 OLTRE 6 MESI FA
Giampiero Cuttini e Sergio Di Palo evasi da carcere Rebibbia, è caccia all'uomo

Carcere di Rebibbia (Foto Ansa)

ROMA – Le sbarre della cella piegate e le lenzuola annodate e calate dalla finestra. Così Giampiero Cuttini, 41 anni, e Sergio Di Palo, 35 anni, sono evasi la sera dell’11 febbraio dal carcere di Rebibbia, a Roma. Subito è scattata la caccia all’uomo nel carcere, ma i due detenuti si erano già allontanati.

Cuttini era in carcere per rapina e furto, così come Di Palo che era stato condannato in carcere anche per droga e per essere evaso dagli arresti domiciliari 15 anni fa. I due evasi avrebbero finito di scontare la pena nel carcere di Rebibbia fino al 2018.

Marco De Risi sul Messaggero scrive:

Secondo le prime indiscrezioni avrebbero segato le sbarre della cancellata di un cortile interno e poi oltrepassato il muro di cinta seguendo il più classico dei copioni: usando cioè alcune lenzuola annodate tra loro. A questo punto si sarebbero trovati nell’area riservata al parcheggio delle guardie penitenziarie e da lì avrebbero raggiunto la via Tiburtina. Il condizionale è d’obbligo poichè ancora in tarda serata non si aveva certezza di quale direzione avessero preso”.

Gli inquirenti non hanno ancora stabilito se i due siano evasi con l’aiuto di un complice oppure se i ricercati possano aver preso in ostaggio qualcuno che stesse uscendo dal carcere per coprire la propria fuga:

“Ma come hanno potuto segare le sbarre della cancellata interna al carcere? Secondo i primi, immediati rilievi, durante il sopralluogo lungo il percorso seguito dai due detenuti per evadere, sarebbe stata ritrovata una specie di lima ottenuta lavorando un pezzo di ferro ricavato chissà da cosa – probabilmente da un suppellettile in dotazione alla loro cella – trasformandolo in una specie di lima. Sebbene il mezzo fosse davvero artigianale, il risultato è stato comunque ottenuto piuttosto in fretta senza dare il tempo alla pur fitta sorveglianza interna al carcere di rendersi conto di alcunché”.

De Risi spiega che subito dopo la scoperta dell’evasione è scattata la caccia all’uomo:

“I due detenuti evasi non dovrebbero essere armati, a meno che non vi fossero dei complici ad attenderli. Foto e descrizione dei due evasi sono state diramate a tutti gli equipaggi in servizio di polizia e carabinieri. Squadre di investigatori si sono dirette verso le abitazioni dei famigliari dei due evasi per interrogarli”.