Giancarlo Caselli: Gianni Vattimo e Salvatore Settis, terrorismo in Val di Susa

Pubblicato il 1 Settembre 2013 - 17:19 OLTRE 6 MESI FA
Giancarlo Caselli: Gianni Vattimo e Salvatore Settis, terrorismo in Val di Susa

Gianni Vattimo arringa i No Tav e difende la violenza

TORINO — Giancarlo Caselli, procuratore capo della Repubblica a Torino, ha superato la barriera delle buone maniere piemontesi e ha parlato, contro i No Tav e chi li sostiene e ha detto, fuori dai denti:

“L’escalation delle violenze in Valsusa è preoccupante. Ma è altrettanto preoccupante il silenzio che arriva da uomini della cultura e della politica perché è un silenzio che parte dalla sottovalutazione, fino a rasentare la connivenza”.

“Alla fine di un’estate scandita da assalti al cantiere Tav, attentati incendiari alle ditte che vi lavorano, arresti e perquisizioni quasi quotidiane, il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, è stato spinto a prendere posizione”,

scrive Ottavia Giustetti su Repubblica,

“dopo l’ennesima operazione che ha portato al sequestro di un’auto che, con un piccolo arsenale rudimentale, viaggiava diretta verso le reti”.

Caselli ha conosciuto da vicino l’impatto devastante del terrorismo sulla vita di tutti i giorni della gente comune. Ora, più di trent’anni dopo, scrive Ottavia Giustetti

“interviene duramente lanciando un segnale di allarme e cercando l’attenzione di politici e intellettuali che troppo spesso, dice, «non riescono a vedere come stanno le cose, e sono portati a trattare con comprensione gesti che sono di pura violenza»”.

In pieno agosto, il docente di filosofia definito filosofo Gianni Vattino si era lasciato andare a espressioni a dir poco vergognose, tali da fornire una base etica alle instabili menti di chi fa della violenza uno strummento di azione politica

Il discorso del procuratore di Torino dà voce al malcotento di chi

“ogni giorno vigila sull’incolumità dei cittadini, e riporta all’opinione pubblica, l’amarezza che hanno suscitato numerose recenti prese di posizione di politici e intellettuali a favore della protesta contro la grande opera di collegamento tra Italia e Francia. Caselli non cita i destinatari del suo discorso ma le sue parole riportano a quelle del filosofo Gianni Vattimo, che a ferragosto, dopo aver fatto visita in carcere a un attivista arrestato, ha “scagionato” i No Tav dalle accuse di terrorismo, dicendo che si limitano a mettere in atto una forma di «resistenza passiva». Ricordano il pamphlet di Erri De Luca, pubblicato su tutti i siti No Tav, in cui lo scrittore parla dei controlli di polizia lungo la strada teatro delle incursioni, la Torino-Bardonecchia, e li definisce una violazione della libertà dei cittadini. Poi aggiunge: «In Val di Susa è incorso da anni la più decisa e insuperabile resistenza al programma di stupro del territorio». Ancora: suggeriscono l’articolo con cui lo studioso Salvatore Settis si è scagliato contro i politici, scrivendo che è solo un coro di benpensanti quello che grida «no alla violenza!» in Val di Susa”.

Intanto a Bussoleno (Torino) di cinque auto che

“viaggiavano verso il cantiere di Chiomonte per rifornire di attrezzatura i «compagni» pronti all’assalto alle reti, i carabinieri sono riusciti a bloccarne una e vi hanno trovato tute nere, guanti, maschere antigas, bottiglie di benzina con diavolina, tubi di plastica per lanciare razzi, fionde, petardi e bombe carta. «Segno della “baschizzazione” della protesta» come la definisce il senatore del Pd, Stefano Esposito. I due giovani a bordo sono stati arrestati”.

 

Scrive Ottavia Giustetti:

“Durissimo con chi voglia insinuare che non meritavano il carcere, Caselli dice: «È la pretesa che la legge non debba applicarsi agli amici, o a chi è affine sul piano politico o culturale. Una pretesa che non ha niente a che fare con quella Costituzione che loro stessi proclamano di voler difendere»”.