Giancarlo Tulliani, ordine d’arresto per riciclaggio col “re delle slot” Francesco Corallo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Marzo 2017 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA
Giancarlo Tulliani arrestato: accuse di riciclaggio col "re delle slot" Francesco Corallo

Giancarlo Tulliani arrestato: accuse di riciclaggio col “re delle slot” Francesco Corallo

ROMA – Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, è stato raggiunto da un’ordinanza di arresto il 20 marzo ma resta in libertà. Tulliani, che si trova a Dubai e risulta irreperibile per la magistratura italiana, è indagato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma su una presunta attività di riciclaggio riconducibile a Francesco Corallo, il “Re delle slot”, arrestato lo scorso dicembre 2016. La stessa inchiesta in cui risulta indagato anche Gianfranco Fini e la compagna Elisabetta Tulliani.

Per il gip che ha firmato l’ordinanza di arresto le azioni di Tulliani, emerse da alcune intercettazioni telefoniche, sono state il frutto di una “strategia criminale reiterata”, tanto che il cognato di Fini sarebbe andato a Dubai ed eviterebbe di tornare in Italia proprio per “evitare guai giudiziari”.

Intanto si complica anche la posizione di Fini, dato che per il gip è “singolare” che l’ex politico “ignorasse le vicende di un gruppo”, quale la Rti di Corallo, che avrebbe vinto un’importante gara a livello nazionale in materia di giochi, bandita nel 2002 da un governo del quale faceva parte.

A chiedere la misura cautelare sono stati il procuratore aggiunto Michele Prestipino ed il sostituto Barbara Sargenti. Questa costituisce uno sviluppo degli accertamenti che il 14 febbraio scorso portarono al sequestro preventivo di beni per un valore di 5 milioni nei confronti di Sergio, Giancarlo e Elisabetta Tulliani, accusati a vario titolo dei reati di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio a partire dal 2008.

L’inchiesta giudiziaria è quella che vede coinvolto Fini, d’intesa con Giancarlo e Elisabetta Tulliani, titolari delle società offshore Printemps Ltd, Tim Ara Ltd e Jaydene Holding Ltd, per la messa a disposizione di conti correnti delle stesse società per ricevere ingenti somme di denaro riconducibili a Corallo in un meccanismo di triangolazioni che coinvolgevano  Italia, Olanda, Antille Olandesi, Principato di Monaco e Santa Lucia.

Emblematico, per il magistrato il tentativo, fallito, dell’indagato di trasferire 520 mila euro da un suo conto in Mps ad un altro aperto presso gli Emirati Arabi. Secondo il gip la volontà di Tulliani di restare all’estero è evidenziata anche dalle relazioni avviate negli Emirati Arabi. Pertanto, per il gip il cognato di Fini deve essere arrestato in quanto, come responsabile di “numerosi episodi di riciclaggio” che hanno coinvolto anche la sorella Elisabetta e lo stesso leader di An, “potrebbe reiterare i reati accertati in un periodo di tempo che va dal 2008 al 2015”.

La considerazione è legata alla collocazione dell’inizio dei rapporti tra l’ex leader di An ed il “re delle slot” nel 2004, come riferito da Amedeo Laboccetta (una vacanza alle isole Saint Martins, pagate dal primo). Il gip precisa che quella gara fu preparata da avvocati vicini ad An ed a Fini. Solo successivamente sarebbero entrati in ballo i Tulliani, con la costituzione di società off shore da parte di Corallo per la realizzazione di una serie di operazioni immobiliari.