Gianluca Ciferri si uccide in carcere: sparò a 2 operai che gli chiedevano soldi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Ottobre 2014 - 09:03 OLTRE 6 MESI FA
Gianluca Ciferri si uccide in carcere: sparò a 2 operai che gli chiedevano soldi

Foto di repertorio Ansa

FERMO – Gianluca Ciferri si è ucciso in carcere. Ciferri è l’imprenditore che sparò a due suoi ex operai (uccidendoli) che erano andati da lui a battere cassa.

Ciferri si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella del carcere di Ascoli Piceno. L’imprenditore edile di Fermo il 15 settembre scorso aveva ucciso a colpi di pistola due suoi ex operai kosovari, che erano andati a chiedergli stipendi arretrati. La notizia è stata confermata dal legale dell’uomo.

Stando a quanto appreso dall’Ansa, Ciferri si è impiccato alla grata della finestra del bagno con una corda formata da lenzuola e federe. L’imprenditore non era solo in cella, ma il compagno lo ha trovato già morto: erano circa le 4 di notte. Sembra che abbia lasciato una lettera.

I due operai morti, Mustafa Neomedim, 38 anni, e Avdyli Valdet, 26 anni, avevano minacciato Ciferri brandendo una piccozza.

Il 21 settembre scorso il Gip aveva convalidato l’arresto e il provvedimento di custodia cautelare in carcere, dopo uno lungo interrogatorio in cui Ciferri aveva ribadito la sua versione dei fatti: ”mi sono difeso da un’aggressione. I due operai erano armati di una piccozza, ho avuto paura e ho sparato”.

Gli operai vantavano circa 20 mila euro di stipendi arretrati, più volte richiesti all’imprenditore, anche attraverso un contenzioso curato dal sindacato di categoria della Uil. Nexhmedin aveva moglie e quattro figli piccoli, Valdet un figlio e un altro in arrivo: ”Non sapevano più come sfamarli” diceva il fratello di Mustafa. La sparatoria è avvenuta il 15 settembre scorso, davanti alla villetta di Molini Girola di Fermo dove Ciferri viveva e aveva l’azienda.

Appassionato di armi, l’uomo deteneva una quarantina di fucili e pistole fra la villa e un’altra abitazione. La pistola la teneva nel garage, e aveva detto di essere corso a prenderla quando si era visto minacciato: Nexhmedin, ha stabilito l’autopsia, è stato raggiunto da tre proiettili, uno alla testa, uno al torace e uno alla mano, Avdyli da due colpi. Il ventiseienne era stato ritrovato agonizzante in un campo di girasoli a 150 metri dalla sparatoria, ed era morto poco dopo. Ciferri lascia una compagna e tre figli.