Il Fatto: “Due giudici costituzionali chiedono di denunciare un collega”

Pubblicato il 3 Marzo 2011 - 17:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Fatto quotidiano racconta di una lettera inviata al presidente della Consulta direttamente da due giudici costituzionali. Il motivo? I due vogliono denunciare un collega.

Secondo il quotidiano i mittenti sarebbero Luigi Mazzella e Paolo Luigi Napolitano e avrebbero scritto la missiva il 6 ottobre 2010. L’accusa riguarda il magistrato che l’estate scorsa confermò gli arresti della P3.

“Luigi Mazzella e Paolo Luigi Napolitano, balzati due anni fa agli onori delle cronache per una cena riservata (ma svelata dall’Espresso) con Berlusconi, Alfano e Letta pochi mesi prima della sentenza sul “lodo” Alfano”, scrive il Fatto. Nel luglio scorso, il presidente del Riesame, Guglielmo Muntoni, stabilì che il trio Lombardi-Carboni Martino dovessero restare in carcere. “Lombardi – scrisse Muntoni – era riuscito a ottenere l’assicurazione sul voto, nel senso voluto dai sodali, di 7 dei 15 giudici  costituzdella Corte costituzionale”.

Poi uno cambiò idea: ma “resta il fatto che tale ingerenza ci fu e venne esercitata su almeno 6 giudici costituzionali che anticiparono a un soggetto come il Lombardi la loro decisione”. Mazzella e Napolitano si sono mossi e secondo quanto scrive il Fatto hanno commentato la mossa del magistrato come un’ “affermazione gravissima (e non può sfuggire che la perifrasi ‘a un soggetto come il Lombardi’ al posto del diretto ‘al Lombardi’ suona come valutazione dispregiativa non tanto verso l’indagato, quanto verso i sei giudici), nella quale si dà per accertato che ben sei componenti di questo Collegio avrebbero comunicato a un soggetto esterno il loro voto sul “lodo Alfano” ben prima che la questione fosse esaminata nel segreto della Camera di consiglio. Nell’ordinanza vengono attribuiti comportamenti che né noi né altri componenti della Corte – è un’ovvia certezza – hanno mai posto in essere”.