Giulia Ballestri uccisa a bastonate: chiesto processo per Matteo Cagnoni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2017 - 22:53 OLTRE 6 MESI FA
Giulia Ballestri uccisa a bastonate: Matteo Cagnoni rinviato a giudizio

Giulia Ballestri uccisa a bastonate: Matteo Cagnoni rinviato a giudizio

RAVENNA – Matteo Cagnoni è stato accusato di aver ucciso a bastonate la moglie Giulia Ballestri lo scorso settembre. La Procura di Rimini ora ha chiesto il rinvio a giudizio del dermatologo di 52 anni di Rimini, accusato di omicidio pluriaggravato da premeditazione, crudeltà e dall’avere agito nei confronti del coniuge, oltre che di occultamento di cadavere nella cantina della villa dove è stato compiuto il delitto.

Matteo Cagnoni si trova in carcere dal 19 settembre scorso, giorno in cui è stato fermato a Firenze, con l’accusa di avere ucciso tre giorni prima a bastonate in una villa di famiglia di Ravenna, da tempo disabitata, la moglie.

Secondo quanto contestato dai Pm Alessandro Mancini e Cristina D’Aniello sulla base delle indagini della polizia, la premeditazione sul delitto la si può dedurre in particolare da due elementi: sin dal 14 settembre Cagnoni aveva dato disposizione alla segreteria della clinica di Bologna dove prestava attività ambulatoriale, di annullare tutti gli appuntamenti per il 16, giorno del delitto. Inoltre si era procurato preventivamente il ramo con cui avrebbe ucciso la moglie.

Inoltre Cagnoni, si sarebbe procurato preventivamente anche una tanica di acqua distillata con cui avrebbe poi cercato grossolanamente di ripulire la scena del crimine. Depone per la premeditazione anche il cambio di scarpe: Cagnoni infatti avrebbe indossato un paio di scarpe Timberland mentre sferrava i colpi mortali, scarpe portate appositamente con sé per l’accusa visto che quel giorno lui indossava un paio di Hogan.

Verso la crudeltà, che come la premeditazione in caso di condanna può portare all’ergastolo, ci sono invece le modalità con cui avrebbe colpito la moglie, l’averla poi trascinata per le scale quando era ancora cosciente, avere infierito sbattendole la testa contro lo spigolo della parete tanto da asportare un pezzo di intonaco e avere infine denudato la donna lasciandola agonizzante al buio per alcune decine di minuti prima che morisse per una gravissima insufficienza cardio-respiratoria.

Per la Procura il movente va inquadrato quale ritorsione per la manifestata intenzione della moglie di separarsi a causa della perdurante crisi matrimoniale culminata in un’altra relazione che andava avanti da mesi. E’ in quel contesto che il marito l’aveva attirata nella villa disabitata con la scusa di mostrarle alcuni quadri da vendere per poi colpirla all’improvviso. A questo punto per il dermatologo, difeso dagli avvocati bolognesi Giovanni Trombini e Francesco Dalaiti, si attende che il Tribunale di Ravenna fissi la data dell’udienza preliminare.