Il dramma di Giulia, omosessuale cattolica emarginata da tutti

Pubblicato il 18 Luglio 2010 - 18:29 OLTRE 6 MESI FA

Un dramma che vede come protagonista Giulia, 20 anni, omosessuale e componente del progetto “Diversi da chi?” promosso da Mtv. Le difficoltà a farsi accettare dagli amici e dai genitori, la diffidenza di un’intera comunità che ha difficoltà a superare i conflitti tra fede e omossessualità.

Ai microfoni dell’emittente musicale impegnata in un viaggio tra i giovani gay italiani Giulia ha raccontato cosa significa dichiararsi lesbica in una delle città più cattoliche della cattolicissima Italia, Assisi. Prima osteggiata dal padre, che per un mese non le ha rivolto la parola, quindi, anche grazie al suo aiuto, finalmente compresa e riabbracciata anche dalla madre.

Infine, costretta a cambiare città e vita, trasferendosi a Bologna dove ora frequenta il Dams, per superare la diffidenza e i silenzi della sua città e persino della sua parrocchia, luogo fondamentale per lei così credente.

L’iniziativa di Mtv punta a dare risposte ad alcuni quesiti prima di tutto: cosa vuol dire per un adolescente e per un giovane italiano essere omosessuale? Come si fa a dirlo alla famiglia? Agli amici? Alla società? Secondo i dati dell’Eurispes, più del 15% della popolazione italiana si rifiuta di riconoscere l’omosessualità come un semplice orientamento sessuale.

Il risultato sono i continui episodi di violenza omofobica registrati dalla cronaca. Sulla base dei dati raccolti dall’Arcigay tra il 2006 e il 2009 in Italia ci sono stati quasi 300 episodi di violenza grave contro gli omosessuali: 37 omicidi, 189 violenze e aggressioni, 21 estorsioni, 14 atti di bullismo e 29 atti vandalici.

Un’escalation spaventosa, aggravata dal fatto che la nostra legislazione, a contrario di quella di Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Svezia, Danimarca e altri paesi europei non prevede pene più severe per i colpevoli di violenze o offese a carattere omofobico.