Guido Conti, l’ultima lettera del generale suicida: “Mi sento in colpa per le vittime di Rigopiano”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2017 - 08:28 OLTRE 6 MESI FA
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Guido Conti, l’ultima lettera del generale suicida: “Mi sento in colpa per le vittime di Rigopiano”

PESCARA – “Mi sento in colpa per le vittime di Rigopiano”. Si è ucciso con un colpo alla tempia destra esploso con una pistola calibro 9 a poca distanza dall’auto con cui era arrivato alle pendici del monte Morrone. E’ stato anche il primo esame medico a confermare che l’ex generale dei carabinieri forestali Guido Conti, trovato morto venerdì a Sulmona, si è tolto la vita con un solo colpo di pistola. Ma a rendere ancora più tragica la fine dell’ufficiale, andato in congedo dopo il passaggio del Corpo forestale all’Arma dei carabinieri, è una delle lettere lasciate ai familiari, nella quale Conti racconta di non aver mai superato il dolore e il senso di angoscia per le vittime della tragedia di Rigopiano.

Nella lettera, indirizzata “alla mia famiglia” e il cui contenuto è stato anticipato dall’AdnKronos, Guido Conti scrive tra l’altro: “Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma“.

Conti entra poi nel merito, specificando: “Non per l’albergo, di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: Potevo fare di più?“. Conti conclude la lettera con espressioni di grandissimo affetto per la famiglia.

Guido Conti era andato in pensione dal corpo forestale ed era andato a lavorare in Basilicata per la Total, multinazionale del petrolio che ha un impianto in Val d’Agri. A quanto si è appreso, Conti si è licenziato nei giorni scorsi e venerdì mattina è uscito verso le 9,30 dalla sua casa di via Battisti, a Sulmona, dicendo alla moglie che sarebbe rientrato a pranzo. Salito sulla Smart utilizzata dalle figlie, si è fermato in una tabaccheria in via De Nino, dove ha acquistato tre fogli e buste da lettera e un francobollo, per poi risalire in macchina e fermarsi in qualche luogo dove ha scritto i suoi ultimi messaggi.

Conti poi è risalito in auto, dirigendosi sulla strada verso il Morrone. Una scelta anche questa non casuale. Da sempre il generale amava fare lunghe passeggiate lungo la provinciale che da Sulmona sale verso Pacentro, chiusa da due anni e mezzo, in seguito a una frana del marzo 2015. Percorsi cinque tornanti, Conti ha parcheggiato l’auto in una piazzola che costeggia la provinciale è sceso e si è ucciso con la sua pistola.