Hotel Rigopiano, due geologi ricostruiscono perché non sarebbe dovuto essere lì

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Gennaio 2017 - 22:02 OLTRE 6 MESI FA
Hotel Rigopiano, due geologi ricostruiscono perché non sarebbe dovuto essere lì

Hotel Rigopiano, due geologi ricostruiscono perché non sarebbe dovuto essere lì

PESCARA – L’hotel Rigopiano non doveva essere lì. Sono due geologi ad affermarlo sui loro profili Facebook, nonostante dall’Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo sia arrivato l’invito a non rilasciare dichiarazioni prima di poter effettuare riscontri sul sito, una volta che si sarà sciolta la neve.

Ma Domenico Belcastro e Paolo Monaco hanno diffuso le loro ricostruzioni sulla valanga che ha sepolto sotto la neve l’hotel Rigopiano con due interventi rilanciati da migliaia di utenti online.

“Io sono geologo e sono stato tenente degli Alpini. Alla scuola militare alpina ci hanno insegnato tutto sulla neve”, afferma Monaco, ricercatore all’Università di Perugia. “Sono stato in Svizzera, Austria e Alpi italiane e queste precauzioni sono la norma. Ma questo purtroppo, per varie cause, non è stato fatto al Gran Sasso, la vetta più alta degli Appennini”.

Il fulcro della ricostruzione di Monaco è il seguente: “Alla base di un canalone alto 1000 metri, come vedete in figura, con due grandi nicchie di distacco, evidenti anche a un giovane osservatore, non si doveva costruire nulla, specie un hotel a 4 stelle che può avere un centinaio di clienti. È una questione di rischio. In una scala da 1 a 10 il rischio per me era 9. Punto. La baita raffigurata da qualcuno in foto antiche negli anni 20, poi 50 e 70 veniva usata raramente dal Cai e da persone esperte (non clienti) e comunque da poche persone. La Natura si riprende prima o poi sempre i suoi spazi e noi non siamo i padroni ma gli ospiti”, conclude.

Dello stesso avviso Domenico Belcastro secondo il quale l’area dove si trova l’hotel Rigopiano è “un sito dove l’azione delle valanghe doveva essere già conosciuta. La natura lascia i suoi segni sul territorio, non è mai traditrice. Si tratta di una disamina fotointerpretativa! Saranno i periti a valutare i risvolti tecnici in ambito giudiziario con valutazioni più dettagliate!”

Belcastro poi ricorda come non ci sia una Carta del Rischio Valanghe per l’area in cui sorge l’hotel Rigopiano “ma solo un Catasto degli Eventi Valanghivi; in quest’ultimo catalogo non si registra alcun evento nella zona in esame ! Considera che l’hotel era un vecchio casolare esistente dagli anni Trenta, poi ristrutturato ! Riguardo il Rischio Idraulico ovviamente c’è il PAI, ma qui non abbiamo alcun corso d’acqua incombente, bensì un conoide detritico, che riguarda il rischio frana”.