Hotel Rigopiano, soccorritori: “Cani fiutano odori, ma bisogna scavare”

Pubblicato il 20 Gennaio 2017 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA
Hotel Rigopiano, soccorritori: "Cani fiutano odori, ma bisogna scavare"

Hotel Rigopiano, soccorritori: “Cani fiutano odori, ma bisogna scavare” (foto Ansa)

FARINDOLA – “Da ieri sera stiamo lavorando in condizioni difficili nella ricerca di superstiti nella zona dell’Hotel Rigopiano. I cani spesso fiutano odori ma dobbiamo scavare per oltre 4, 5 metri prima di arrivare al terreno”. E’ il racconto di Matteo Gasparini, responsabile del Soccorso alpino della Valdossola che da ieri è impegnato all’ Hotel Rigopiano travolto da una valanga di neve. Con i tecnici della delegazione Valdossola anche quelli di Canavese, Cuneo, Mondovì, Valsusa, Valsangone. Le squadre sono partite ieri dopo che dal Coordinamento Nazionale della Protezione Civile aveva chiesto rinforzi. Cinque automezzi sono partiti stamattina alle ore 5 con l’obiettivo di dare il cambio agli operatori del CNSAS del Centro Italia.

Oltre 25 dispersi e 4 morti. Questo il bilancio ancora provvisorio della tragedia che ha colpito l’hotel di Farindola, spazzato via dalla valanga innescata dal terremoto del centro Italia. Gli ospiti erano nella hall, da ore volevano lasciare l’albergo in attesa di uno spazzaneve mai arrivato. I dipendenti, invece, si erano riuniti al bar. La potenza della valanga li ha travolti, spazzando via l’edificio, invadendo con prepotenza la struttura e li ha seppelliti.

Le linee telefoniche, per via del maltempo, erano fuori servizio. Dai dati registrati dalla questura, c’erano 22 clienti e 7 dipendenti, più qualche altro ospite, forse 35 persone circa. Tre sono le salme recuperate, una quella localizzata e solo 2 i sopravvissuti. Di tutti gli altri non c’è traccia.

“L’albergo era in fondo al canalone. Ma quella non era un’area a rischio“. Piuttosto, sarebbero servite “strutture paravalanghe” e si sarebbe dovuta “evacuare la zona”. Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, intervistato da Alberto Custodero di Repubblica, cerca di dare una risposta agli interrogativi che pendono sulla tragedia dell’hotel Rigopiano. “Una nevicata eccezionale che non si vedeva da 50 anni e la terra che trema nello stesso momento sono una combinazione di eventi che anche la geologia fa fatica a immaginare”, afferma. “A quanto risulta dalla cartografia, l’area interessata dalla slavina non era stata inserita come a rischio dal Piano di assetto idrogeologico regionale. Quindi, in teoria non ci sarebbero responsabilità da parte di chi ha costruito l’albergo in quella zona”.

Le strutture paravalanghe, aggiunge, “certamente servono a rallentare la velocità di caduta di valanghe e slavine. Sono opere molto costose che vanno costruite dove esiste uno specifico rischio. Ma non risulta che la Regione Abruzzo abbia redatto un apposito Piano Antivalanghe, e quindi quelle strutture non erano state costruite in quanto non erano state previste”. “Quando il mare è forza otto, i traghetti vengono bloccati. Qui le previsioni del tempo davano da giorni tre metri di neve: mi chiedo perché non sia stata ordinata l’evacuazione della zona?”. “Con quelle condizioni meteo annunciate, l’albergo avrebbe dovuto essere chiuso”.