Ignazio Marino: “Campi chiusi e case ai Rom”. Bufera in Comune e Ue preme…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Novembre 2014 - 14:55 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Marino: "Campi chiusi e case ai Rom". Bufera in Comune e Ue preme...

Ignazio Marino: “Campi chiusi e case ai Rom”. Bufera in Comune e Ue preme…

ROMA – Chiudere i campi rom a Roma e dare una casa alle famiglie. Questa l’idea del sindaco Ignazio Marino per seguire le indicazioni dell’Unione europea, che ne ha chiesto la chiusura, e ovviare all’evidente problema. Case a chi “è in regola e nella legalità“, ha sottolineato il sindaco di Roma ospite ad Announo su La7. Idea che ha scatenato la bufera in Campidoglio, con Marino accusato di pensare “prima ai rom e poi agli italiani”.

Un problema, quello della chiusura dei campi rom, che dalla semplice assegnazione degli immobili comunali abbandonati non può essere risolta. Soprattutto perché nei giorni degli scontri a Tor Sapienza per il centro degli immigrati contestato dai residenti, dare la casa ai rom mentre gli italiani rischiano di perderla causa crisi non farebbe altro che alimentare le tensioni già esistenti.

Oltre alla casa, un bene da non sottovalutare, per l’integrazione servirebbe dare ai rom anche un lavoro, inducendoli così a mantenersi da solo. Altro tema ovviamente scivoloso, col tasso di disoccupazione che in Italia continua ad essere alto. E così la polemica cresce e i problemi rimangono.

Simone Canettieri sul Messaggero ricostruisce la vicenda:

“lo scorso 4 novembre la Commissione per i diritti dell’uomo ha scritto al governo italiano minacciando una procedura d’infrazione per via «delle politiche abitative segregative» nei confronti di queste popolazioni. E in particolare ha chiesto informazioni aggiuntive sulle condizioni di vita alla Barbuta, tra Roma e Ciampino. Uno dei tanti centri sparsi nella Capitale.

Il sindaco dunque si muove nel rispetto di queste indicazioni «superiori», cercando di schivare le polemiche. «Al di là di un giudizio personale sulla vita in questi ghetti, le nostre decisioni non possono non partire dai segnali incontrovertibili che arrivano dalla Ue», è il ragionamento che si fa in Campidoglio da quando Marino ha deciso di accelerare. Il dossier sarà gestito dal prossimo responsabile dei Servizi sociali, da chi cioè prenderà il posto di Rita Cutini, assessore dato ormai in uscita da tutti i bookmaker. «Vogliamo allinearci al resto d’Europa, rispettando così il lavoro della Commissione», continuano a ripetere in Comune”.

Marino spiega la sua proposta:

“«Faranno autocostruzione», ha specificato Marino in televisione. Insomma, nulla a che vedere con i posti e le graduatorie negli alloggi popolari. Ma il tema rimane scivoloso: la situazione esplosiva delle periferie romane non permette passi falsi e corsie preferenziali. Il primo superamento dei campi partirà proprio da Tor Sapienza. Dopo le proteste violente di dieci giorni fa il Campidoglio si è impegnato con i residenti a chiudere il ”Salviati 2”, l’insediamento abusivo sorto affianco al campo tollerato.

«Modelli nati negli anni Novanta prima con Rutelli, poi con Veltroni – sostiene Marino – che vanno superati». E quindi chiusi. Stando ben attenti a non farsi esplodere il dossier tra le mani”.

Non a tutti andrebbe la casa, sottolinea Marino, che pone dei requisiti:

“«Le popolazioni rom o si mantengono da sole o se ne vadano». Ma chi non delinque e vuole mandare i figli a scuola, chi insomma decide di vivere nella legalità potrà andare a vivere negli immobili recuperati. «Dimostrando i requisiti del caso». Perché tutto nasce da una convinzione: «Non è accettabile spendere milioni di euro per tenere le persone in veri ghetti – ha aggiunto il sindaco – Bisogna separare le persone per bene che aspirano ad avere una vita e che sono assolutamente integrate, queste persone devono avere gli stessi diritti»”.

I tempi e le modalità della chiusura non sono state ancora definite, spiegano dal Comune sul Messaggero:

«Non esistono soluzioni preconfezionate nei prossimi mesi svilupperemo queste idee». Perché l’argomento si inserisce in una generale riqualificazione delle periferie. Il processo andrà gestito con la massima cautela per non far scoppiare nuove rivolte nei quartieri più decentrati della Capitale: problemi di convivenza. In attesa di un piano circostanziato, la Croce Rossa accoglie con «soddisfazione» il cambio di strategia. «Un’operazione che non può che cominciare con la chiusura dei campi – spiega Flavio Ronzi, presidente della Cri di Roma – e l’apertura di un percorso sperimentale di progressiva inclusione nel tessuto urbano attraverso istruzione e lavoro»”.

Ma l’effetto boomerang è in agguato e l’opposizione si scaglia contro il sindaco, scrive Canettieri sempre sul Messaggero:

“«Bisogna stare attenti all’effetto boomerang di questa proposta, premesso che i ghetti non sono più tollerabili: ce lo dice anche l’Europa», ragiona la democrat Erika Battaglia, presidente della commissione Servizi sociali. Il dossier finirà nelle mani di chi prenderà il posto dell’assessore Rita Cutini, data sempre di più in uscita, tanto che non se l’è sentita di intervenire su questo argomento”.

E le critiche forti arrivano da Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, che sostiene che la misura proposta attirerebbe nella città altri rom:

“«Significa attrarre nella nostra città – spiega – altre migliaia di nomadi provenienti da tutta Europa e dare uno schiaffo ai romani che attendono una casa popolare o anche semplicemente una qualche forma di assistenza alloggiativa». Non solo, sempre per Alemanno, «chiudendo i campi tollerati si moltiplicherebbero quelli abusivi»”.

Mentre Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, aggiunge:

“«Interi quartieri ridotti a polveriera, da Tor Sapienza a Torpignattara, da Corcolle alla Romanina fino a Ponte Mammolo, nuovi focolai sono pronti ad esplodere: e questa scelta potrebbe fare da detonatore». Dalla Pisana, il consigliere regionale Fabrizio Santori, esponente della destra romana, aggiunge: «Non devono essere i romani a cambiare casa né altri cittadini a marcire ancora nelle graduatorie delle case popolari. L’insistenza con cui il sindaco continua a parlare dei diritti dei rom, senza fare alcun riferimento ai doveri è stucchevole, si rischiano altre tensioni sociali»”.