Igor il “russo”: 52 giorni, non l’hanno preso e si molla la presa

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 30 Maggio 2017 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA
Igor il "russo": 52 giorni, non l'hanno preso e si molla la presa

Igor il “russo”: 52 giorni, non l’hanno preso e si molla la presa

ROMA – Igor il russo che poi russo non è e neanche Igor ma sì, insomma Norbert Feher il serbo, il pluriassassino cui si dà la caccia, una caccia così imponente mai data a nessuno. Da un mese e mezzo, 52 giorni per l’esattezza dal giorno in cui ha rubato un camioncino, l’ha abbandonato e si è nascosto, rifugiato, rintanato in una zona di canneti, paludi, roveti e isolati casolari.

Da quel giorno gli hanno dato la caccia in centinaia di ogni divisa: Carabinieri, Polizia, Esercito. Una cintura di militari a impedire di uscire dalla zona e un altro cerchio di corpi speciali a stringersi, setacciare, rastrellare. Cacci data senza risparmio di uomini e mezzi. Caccia data coi cani e poi coi droni. Caccia data con i visori notturni e con la ricognizione aerea. Caccia data con i rivelatori di calore e pure con ogni tradizionale battuta alla ricerca di tracce. E tracce pare proprio siano state trovate, tracce di pernottamenti forse, forse solo di brevi soste, forse tracce di tappe di un cammino la cui direzione però mai si è riusciti a tracciare.

Questo almeno per quel che riguarda le tracce vere e la caccia vera data a Igor il “russo”. Nel fantastico e immaginario mondo della televisione e dei social network c’è stato molto di più: avvistamenti, incontri ravvicinati del terzo tipo, abboccamenti, simpatiche conversazioni tra locali e imprendibile assassino, tracce e segni quasi Igor fosse Pollicino che lasciava briciole in ogni casolare. In modo che poi gli “inviati” della tv potessero trovarli e proporre ai telespettatori creduloni il brivido, preconfezionato e artificiale, del :”Guardate, Igor ha dormito qui, è stato qui”.

In 52 giorni sono stati intervistati “testimoni” che l’hanno visto in bicicletta, anzi a rubar bicicletta. E “testimoni” che Igor il “russo” se lo sono trovati sull’uscio. Tutto nel fantastico mondo della fantasia, spesso fantasia commerciale s’intende. Gli unici che Igor non l’hanno visto sono le centinaia di militari esperti che lo cercavano e che per cercarlo si sono sobbarcati enorme fatica. Gente esperta, professionisti seri. Ma non l’hanno trovato, non l’hanno preso.

E ora, per forza e logica di cose, stanno per allentare la presa. Nelle zone interessate uomini delle forze dell’ordine vanno spiegando ai cittadini residenti cosa fare e come comportarsi nel caso riapparisse Igor. Alcuni di quelli che l’hanno cercato sono convinti non sia uscito appunto di zona, sia ancora lì, da quelle parti. Ma questo suppone che qualcuno lo abbia coperto e aiutato e stia continuando a farlo. Se è così, allentare la presa servirà anche ad indurre Igor ad uscire dalla tana, soprattutto se questa “tana” è una casa in muratura.

Oppure Igor è sfuggito dopo essere fuggito, 52 giorni sono tanti. In entrambi i casi non si possono tenere centinaia di uomini a cacciare un uomo a tempo indeterminato. Molti lo capiscono, soprattutto quegli abitanti della zona che hanno visto quanto lavoro di ricerca è stato fatto e quanta protezione è stata data alla popolazione quando il pericolo Igor sembrava incombente e imminente. Molti lo capiscono che dopo 52 giorni la presa va allentata. Molti, non tutti. Sui social come in qualche mugugno al bar (al bar meno, molto meno) è partito il “ci lasciano soli” e il “ci dicono d’ora in poi c…nostri…smobilitano” e l’immancabile “sulla nostra pelle”. Nel fantastico mondo della fantasia i corpi speciali dovevano restare a vita di stanza sotto casa, altrimenti è “Stato assente che si arrende”.