Igor Vaclavic, il vero nome è Norbert Feher, la conferma dal Dna. Due omicidi, stessa mano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2017 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA
Igor, il vero nome è Norbert Feher, la conferma dal Dna. Due omicidi, stessa mano

Igor, il vero nome è Norbert Feher, la conferma dal Dna. Due omicidi, stessa mano

ROMA – Igor Vaclavic, il vero nome è Norbert Feher, la conferma dal Dna. Due omicidi, stessa mano. Ora si è certi anche dell’identità del killer di Budrio e Portomaggiore: il vero nome del sedicente Igor è Norbert Feher. La conferma arriva dai riscontri sulle impronte digitali isolate, che corrispondono a quelle presenti negli archivi delle forze dell’ordine e associate agli alias del serbo 41enne, conosciuto come Norbert Feher oppure Igor Vaclavic.

Dopo gli esiti sul sangue e Dna, dunque, dal Ris arriva un’ulteriore prova che rafforza in modo notevole il quadro indiziario nei confronti dell’uomo in fuga. L’uomo che ha ucciso il barista di Budrio (Bologna) Davide Fabbri il primo aprile e quello che una settimana dopo ha assassinato la guardia volontaria Valerio Verri a Portomaggiore (Ferrara) sono la stessa persona.

Due omicidi, stessa mano. Lo confermano gli esiti delle analisi dei Ris di Parma sul sangue repertato nei due omicidi: nel primo caso, le macchie fuori dal locale dopo che il killer era stato ferito dalla vittima in una colluttazione; nel secondo, le tracce sul Fiorino rubato e abbandonato a lato di una strada a Molinella, sabato scorso. Secondo quanto si apprende gli esami scientifici degli specialisti dell’Arma hanno certificato identità tra sangue e Dna.

Continuano anche le indagini, coordinate a Bologna dal Pm Marco Forte, a Ferrara dal Pm Ciro Alberto Savino. Nessuna intenzione di smobilitare. Le ricerche di Igor Vaclavic-Norbert Feher, accusato di due omicidi, continueranno a concentrarsi nella ‘zona rossa’, l’area palustre che incrocia le province di Bologna, Ferrara e Ravenna. Il periodo di intervento si prevede lungo. Gli investigatori sono convinti infatti che il latitante serbo sia ancora nell’area a nord di Molinella, cinturata da posti di blocco e setacciata da centinaia di uomini dalla notte di sabato scorso, quando Igor è fuggito per i campi abbandonando un Fiorino rubato. Lo dicono le sue abitudini, lo dicono le persone ascoltate dagli investigatori e lo dicono alcune recenti tracce trovate, segnali inequivocabili di un suo passaggio.