L’Ilva torna al lavoro, meglio il cancro che la fame. Riva: “Non sono un killer”

Pubblicato il 28 Luglio 2012 - 09:19 OLTRE 6 MESI FA
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Ilva a Taranto (LaPresse)

TARANTO – Ore 6.30 del 28 luglio, l’Ilva torna al lavoro. Per gli operai meglio il cancro della fame. Si sono opposti all’ordinanza del gip che impone i sigilli all’acciaieria che sfama Taranto e che trascina l’economia della città, ma che ha anche ferito la terra che la ospita con le sue emissioni.

Il proprietario dello stabilimento, Emilio Riva, sbotta: “Adesso basta con quest’atteggiamento contro di me, io non ne posso più. Chiudo tutto e me ne vado”. E ancora: “Lo devono capire che io non sono un killer di bambini. Io non ho ammazzato nessuno. Come si fa a sostenere una cosa del genere?” si arrabbia.

Di buon mattino gli operai sono entrati regolarmente in fabbrica dopo le proteste per le ordinanze di sequestro delle aree a caldo dell’ azienda e degli arresti domiciliari per 8 dirigenti ed ex dirigenti dell’Ilva, notificati due giorni fa dalla magistratura tarantina.

I lavoratori hanno rimosso i blocchi stradali sulle statali 106 e 100 e sulle strade provinciali, che per due giorni avevano isolato la città. Gli operai hanno deciso di sospendere i presidi che erano stati messi in campo in alcune aree della città, come la zona del ponte girevole. Sospesa anche l’occupazione simbolica del municipio di Taranto. Una nuova manifestazione con assemblea pubblica dei lavoratori, che chiedono certezze per il loro futuro occupazionale, è in programma il 2 agosto, alla vigilia cioe’ della decisione del riesame sui ricorsi presentati da Ilva per i sequestri e dai legali degli 8 dirigenti ed ex dirigenti ai domiciliari.

Secondo un’ultima perizia, depositata in incidente probatorio, in 13 anni “386 decessi a Taranto sono attribuibili all’Ilva”. Secondo il perito “sono attribuibili – scrive il gip – 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 937 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno), in gran parte nella popolazione di età pediatrica (638 casi totali, 49 per anno)”.