Ilva di Taranto, Cobas vs sindacati: “No a chi sta con chi ci avvelena”

Pubblicato il 2 Agosto 2012 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA
Corteo a Taranto contro la chiusura dell’Ilva

TARANTO – Fumo, contestazioni, auto che irrompono nei cortei, sindacalisti fischiati, contestatori sul palco. E manifestazione sospesa. A Taranto, il giorno dei cortei contro la possibile chiusura dell’Ilva si trasforma in un giorno di scontro. Da una parte ci sono i sindacati, che arrivano in piazza in due distinti cortei: sono quelli che vogliono tenere la fabbrica aperta a tutti i costi, perché il lavoro viene prima di tutto, forse anche della salute. Soprattutto di questi tempi. Dall’altra ci sono Cobas e centri sociali, che l’Ilva la vogliono chiusa perché i fumi fanno venire il cancro e di cancro si muore, che è peggio di rimanere senza lavoro.  Così in piazza i sindacalisti vengono prima fischiati, poi zittiti a suon di fumogeni e uova. E quando i contestatori arrivano sul palco, sono costretti alla fuga. Manifestazione sospesa.

Prima prova a parlare il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Piovono fischi, insulti, fumogeni e uova. La situazione, però, precipita mentre è in corso l’intervento del segretario della Fiom Maurizio Landini. Nella folla si fa largo un’apecar: sopra ci sono alcuni esponenti dei Cobas e persone dei centri sociali. Avanzano verso il palco e sparano fumogeni colorati. Sono quelli che vogliono la chiusura dell’Ilva perché per loro è meglio la disoccupazione del cancro.

Quando arrivano al palco e vengono invitati a salire  la manifestazione è sospesa. I sindacalisti non ci sono già più. Cacciati al grido di “servi di Riva”, ovvero di Emilio Riva, il proprietario dello stabilimento Ilva.

Dopo il blitz la piazza si svuota, i contestatori si allontanano e riprendono gli interventi dei leader sindacali. Si riprende da Susanna Camusso, il cui comizio segue quelli di Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni e quello interrotto di Maurizio Landini.

Landini: “Anni che non si vedeva un corteo così, sbagliato interromperlo”.  E’ il commento del segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, sulla contestazione di Cobas e centri sociali.    ”La nostra controparte e’ l’Ilva – ha aggiunto – noi siamo per unire la citta’. La Fiom non nasconde che c’e’ un problema di recuperare il rapporto con i lavoratori. Ma per il fatto che la magistratura debba supplire alla politica, non si puo’ dimenticare quello che non ha fatto la politica in passato”.

Parla uno dei contestatori. ”Questi sindacati non ci rappresentano”. Lo ha detto uno dei contestatori, operaio dell’Ilva, che hanno interrotto il comizio dei segretari confederali e dei metalmeccanici a Taranto. ”Hanno tirato il peggio di noi, il peggio di questa città . In quella fabbrica – ha aggiunto – non ci sono diritti, non c’è dignità. C’è abbandono totale. Noi conosciamo i nostri problemi e chi ci rappresenta. Se un segretario interviene a un’assemblea manifestando solidarietà a otto persone che ci hanno sottomessi, perseguitati, minacciati e avvelenati – ha concluso il lavoratore – è un sindacato che non conosce i nostri diritti o è troppo assoggettato all’azienda”.