Immigrazione, l’allarme Caritas: “Sempre più arrivi nonostante gli accordi con la Libia”

Pubblicato il 9 Agosto 2010 - 17:09 OLTRE 6 MESI FA

Oliviero Forti

“C’è un flusso costante e una pressione migratoria che rimane sostanzialmente immutata se non aumentata al di là e a dispetto di tutti gli accordi presi tra Italia e Libia”: lo ha affermato Oliviero Forti, responsabile nazionale della Caritas, commentando la riprese degli sbarchi di immigrati nel sud Italia e anche in Sicilia, da ultimo con l’arrivo di 50 immigrati a Linosa la scorsa notte.

“Un Paese come la Libia, ha detto Forti all’Adnkronos, oggi deve assolvere al ruolo di sentinella dell’Europa, ci si chiede fino a quando questo potrà accadere perché sappiamo tutti che la Libia ha un ritorno economico rispetto al ruolo che ricopre”.

“Nel momento in cui non si riesce più a sostenere questa dinamica, prosegue il responsabile della Caritas, assistiamo alla ripresa degli sbarchi, non nella stessa quantità del passato ma comunque un numero di sbarchi che sommati fanno centinaia di persone e alle quali comunque bisogna dare delle risposte”.

Forti si domanda come possano avvenire questi sbarchi se “teoricamente è in vigore un pattugliamento così serrato come è stato annunciato e che in alcuni casi sembra non funzionare. Gli arrivi di questa notte a Linosa dimostrano che i pattugliamenti non funzionano poi così bene”. Il responsabile Critas sottolinea il “bisogno di una politica che guardi oltre questi provvedimenti e che cerchi di dare delle risposte alle migliaia di persone che cercano di sbarcare sulle nostre coste”.

In merito alla politica del governo sull’immigrazione, la Caritas conferma le sue critiche per i “deprecabili respingimenti in mare a nostro avviso in contrasto con la libertà personale”. “Ma al di là dell’efficacia diretta, spiega Forti, quello che noi temevamo è che nei fatti questa politica non avrebbe risolto il problema alla radici ma lo avrebbe solo spostato più a sud”, come dimostrerebbe, secondo Forti, il caso dei 200 eritrei detenuti in Libia.

La maggior parte degli immigrati, intonro all’80 per cento, continua ad arrivare in Italia via terra, nonostante l’attenzione sia sempre rivolta agli sbarchi via mare, peraltro le rotte nel Mediterraneo sono in continua mutazione.

Spiega il dirigente Caritas: “Quello che noi sappiamo delle nuove rotte è lo spostamento verso est; facendo riferimento alle coste del nord Africa, la cosa significa soprattutto battere la via turca, che poi passa attraverso la Grecia e quindi arriva in Puglia. Questo è uno degli ultimi scenari che si erano delineati con l’arrivo di curdi, iracheni eccetera, quindi è quella più facilmente percorribile. Ma ciò non toglie  che rimane assai elevato il numero di persone che segue una via interamente terrestre”.

“Su questo fronte, sottolinea Forti, non ci sono stati grossi investimenti per il contrasto all’immigrazione clandestina o comunque non sono stati così enfatizzati come il contrasto via mare. Eppure nel 2008, quando ci furono migliaia di sbarchi nel sud Italia, quel flusso non rappresentava che il 20 per cento del totale di quanti arrivavano nel nostro Paese. L’Italia, nonostante il pacchetto sicurezza e gli accordi con la Libia, ha visto aumentare il numero di cittadini irregolari. Lo scenario quindi non è così tranquillizzante come potrebbe apparire”.