Immigrazione, ecco cosa dice la legge Bossi-Fini

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2013 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA
Cosa dice la legge Bossi-Fini

I corpi dei naufraghi allineati sulla banchina di Lampedusa (Foto Lapresse)

ROMA – Dopo la strage di Lampedusa torna a far discutere la famigerata legge Bossi-Fini. Legge che in Italia regola le politiche migratorie e di lavoro per gli stranieri. Approvata dal Parlamento nel luglio 2002, la legge Bossi-Fini prevede che possa entrare in Italia solo chi è già in possesso di un contratto di lavoro che gli consenta il mantenimento economico. La legge, che ha più di 10 anni, è stata molto criticata soprattutto perché ha introdotto nel nostro Paese il reato di clandestinità, stabilendo rigide regole in merito ai respingimenti in mare e ai soccorsi.

Come la sua predecessora, la legge Turco-Napolitano, anche la Bossi-Fini prevede che le persone senza permesso di soggiorno ma con un documento di identità (irregolari) vengano espulse per via amministrativa, cioè dal prefetto. Se la persona è anche senza documenti di identità (clandestino) verrà invece portata nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) per 60 giorni per l’identificazione. Nel caso non venga identificato al clandestino verrà ordinato di lasciare l’Italia entro 3 giorni.

In sintesi le principali novità della nuova legge sono le seguenti:

-Espulsioni con accompagnamento alla frontiera;

-Permesso di soggiorno legato ad un lavoro effettivo;

-Inasprimento delle pene per i trafficanti di esseri umani;

-Sanatoria per colf, assistenti ad anziani, malati ed handicappati, lavoratori con contratto di lavoro di almeno 1 anno;

-Uso delle navi della Marina Militare per contrastare il traffico di clandestini.

Per consultare il testo integrale della Legge, clicca qui. Di seguito riportiamo una breve sintesi:

Ingresso
Il diniego del visto di ingresso non deve essere più motivato, salvo alcune eccezioni. La presentazione di false atte stazioni o documentazione falsa comporta la inammissibilità della domanda oltre responsabilità penali.

Permesso di soggiorno
Verrà concesso solo allo straniero che già possiede un contratto di lavoro e durerà due anni. Se l’immigrato resta senza lavoro dovrà tornare in patria. Per quanto riguarda la carta di soggiorno si passa da cinque a sei anni per il periodo di soggiorno necessario affinché lo straniero possa ottenere la carta di soggiorno che non ha nessun termine di scadenza.

Impronte digitali
Agli immigrati che chiedono il permesso di soggiorno, ma anche per chi ne chiede il rinnovo, verranno rilevate le impronte digitali.

Espulsioni
Come nella legge Turco – Napolitano lo straniero senza permesso di soggiorno viene espulso per via amministrativa. Se privo di documenti viene portato in un centro di permanenza per sessanta giorni, la Turco – Napolitano ne prevedeva trenta, durante i quali si svolgeranno le pratiche per l’identificazione. Nel caso non venga identificato al clandestino viene intimato a lasciare il territorio entro tre giorni, prima erano quindici. Lo straniero espulso che rientra nel nostro paese senza permesso commette un reato.

Sportello unico
In ogni provincia verrà istituito presso la prefettura uno sportello unico per l’i mmigrazione responsabile dell’assunzione dei lavoratori stranieri.

Colf e badanti
Ciascuna famiglia potrà regolarizzare una sola colf, nessun limite invece per le badanti di persone handicappate, anziane e malate. La denuncia per la regolarizzazione dovrà essere presentata a partire dal 9 settembre.

Lavoratori in nero
Ogni datore di lavoro potrà regolarizzare lo straniero non in regola con uno stipendio superione a 439 euro, inoltre deve essere fornita la garanzie sulla casa; ovvero questo dovrà fornire garanzie sulla disponibilità di un alloggio per il lavoratore. Per i datori di lavoro raddoppiano le multe: il datare di lavoro che fa lavorare extracomunitari privi del permesso di soggiorno, o con permessi scaduti o peggio falsi, rischia l’arresto da tre mesi ad un anno e multe fino a 5.000 euro per ogni lavoratore non in regola. Discorso a parte merita la figura professionale dell’infermiere professionista: data la carenza di infermieri professionisti gli extracomunitari che svolgono questa attività saranno sottratti alle norme sui flussi ed entreranno a far parte delle categorie speciali.

Ricongiungimenti familiari
Il cittadino extracomunitario, ovviamente in regola con i permessi, può chiedere di essere raggiunto dal coniuge, dal figlio minore o dai figli maggiorenni purché a carico e a condizione che non possano provvedere al proprio sostentamento. Ricongiungimenti sono previsti anche per i genitori degli extracomunitari a condizione che abbiano compiuto i 65 anni e se nessun altro figlio possa provvedere al loro sostentamento. Per quanto riguarda i minori non accompagnati da parenti ammessi per almeno tre anni ad un progetto di integrazione sociale e civile di un ente pubblico o privato avranno il permesso di soggiorno al compimento del diciottesimo anno. Diventati maggiorenni l’ente gestore del progetto dovrà garantire e provare che l’extracomunitario si trovava in Italia da non meno di quattro anni, aveva seguito il progetto di integrazione da non meno di tre, possiede una casa, frequenta corsi di studio o lavora oppure è in possesso di un contratto di lavoro.

Ambasciate
Per fronteggiare le esigenze straordinarie che la nuova legge sull’immigrazione porterà, è stabilito che le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari potranno assumere ottanta persone. Per prevenire l’immigrazione clandestina il ministero dell’Interno potrà inviare presso ambasciate o consolati funzionari di polizia.

Falsi matrimoni
Il permesso di soggiorno è revocato se ottenuto attraverso un Matrimonio con un cittadino italiano o con uno straniero regolarizzato. A questa norma c’è un’eccezione: se dal matrimonio sono nati figli.

Respingimenti
Gli accordi bilaterali fra l’Italia e altri paesi , come quello  del 2009 con Gheddafi, portano ai respingimenti al paese di origine in acque extraterritoriali. Cosa vuol dire? Che le polizie dei rispettivi Paesi sono obbligate  a cooperare per prevenire l’immigrazione clandestina. Obiettivo: fare in modo che i barconi non possano attraccare sul suolo italiano, e procedere direttamente in mare all’identificazione degli aventi diritto all’asilo politico o a prestazioni di cure mediche e assistenza. Ma il risultato è che i migranti non hanno altra scelta, se non vogliono essere rispediti indietro, che buttarsi in mare dai barconi cercando a nuoto di guadagnare la riva. Spesso perdendo la vita.

Favoreggiamento all’immigrazione clandestina
La Bossi Fini prevede il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per chiunque porti in Italia dei migranti senza un visto d’ingresso. Il Sindaco di Lampedusa ha sollevato la questione poche ore dopo l’immane tragedia, sostenendo che l’Italia”ha processato  per favoreggiamento all’immigrazione clandestina  pescatori che hanno salvato vite umane in mare!”. Il riferimento è alle vicende dell’ 8 agosto  2007, ai capitani tunisini  di due pescherecci: in quell’occasione, infatti, grazie all’intervento dei pescherecci, vennero  tratti in salvo dal mare 44 naufraghi provenienti dall’Africa. I capitani delle imbarcazioni, però, come premio per aver salvato la vita a tante persone, avendoli portati nel porto più vicino, quello appunto di Lampedusa, si videro  sospettati di essere scafisti, e per lunghi quattro anni subirono un processo  che portò a  una prima condanna  di oltre due anni, con relativi 40 giorni di carcere, subendo il sequestro degli strumenti di lavoro, cioè dei loro pescherecci, con i quali sfamavano i loro congiunti.